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Mobilitazione europea

Pesca e agricoltura riminesi a Bruxelles per la protesta contro restrizioni UE

di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Mer 17 Dic 2025 15:26 ~ ultimo agg. 15:45
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Ci saranno anche i rappresentanti delle cooperative della pesca associate a Legacoop Romagna, domani, giovedì 18 dicembre, a Bruxelles, per manifestare contro le restrizioni imposte dall'Unione europea. Che "rischiano di compromettere la sopravvivenza di un comparto con forte valore economico e sociale per il territorio". Intanto nei giorni scorsi la centrale ha incontrato a Rimini gli europarlamentari del Partito democratico Giuseppe Lupo, membro della commissione Pesca del Parlamento Ue, e Stefano Bonaccini, insieme alle cooperative della pesca e dell'acquacoltura aderenti a Legacoop Romagna ed Estense. L'iniziativa, spiega la centrale, nasce dalle proposte della Commissione europea sulla pesca per il 2026, che per il secondo anno consecutivo riducono "lo sforzo ittico, soprattutto per lo strascico". L'Italia dovrebbe diminuire "drasticamente" le giornate in mare e rispettare nuovi limiti su specie ad alto valore commerciale. Per l'Adriatico il quadro è "particolarmente critico", dà i numeri Legacooop Romagna: calo del 64% per lo sforzo a strascico, del 25% per i palangari, tagli alle catture di gamberi, alici e sardine e un ulteriore calo del 12,9% per lo strascico locale. Ci sono inoltre "difficoltà burocratiche", come l'obbligo di dotarsi entro gennaio di dispositivi di localizzazione Vms e di aggiornamenti software. Senza dimenticare l'emergenza del granchio blu, che "sta devastando" la molluschicoltura, e la richiesta di ampliare le quote di tonno rosso, ormai molto diffuso e predatorio nell'Adriatico. E altri temi quali la tutela della pesca a traino, l'impatto del cambiamento climatico, la tracciabilità dei prodotti e i controlli sulle importazioni extra UE. 

A protestare a Bruxelles ci saranno anche Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. 
Ci troviamo di fronte a un vero e proprio disarmo del settore primario – sottolinea il presidente Montemaggi –. Non è accettabile togliere risorse agli agricoltori per destinarle alla corsa al riarmo: non ce lo possiamo permettere. All’Unione Europea vogliamo dire con chiarezza che non si può disinvestire sull’agricoltura, soprattutto in questa fase storica: non dimentichiamoci che è in corso anche una guerra sul cibo. Mentre in altre aree del mondo si stanziano risorse importanti a tutela degli agricoltori, in Europa si mette a rischio un comparto strategico per l’economia e per la società, quello che garantisce ogni giorno il cibo sulle nostre tavole: le conseguenze, sociali ed economiche, dei tagli alla Pac potrebbero essere enormi: i cittadini lo devono sapere e le manovre dell'Ue non possono passare sotto silenzio: auspichiamo il ripristino delle risorse, senza le quali la nostra agricoltura potrebbe collassare”. 
La protesta nasce dalle nuove proposte di bilancio europeo, che secondo Confagricoltura colpiscono ancora una volta la stabilità della PAC e riducono risorse fondamentali per il futuro del settore. “Scenderemo in piazza a Bruxelles domani, giovedì 18 dicembre, per una grande mobilitazione europea insieme al Copa Cogeca – afferma il direttore Gasparini –. La battaglia sulla PAC è una battaglia che riguarda tutti: agricoltori, cittadini e consumatori. È necessario un piano ambizioso di sostegno al settore primario che continui a garantire quella sicurezza alimentare che, fino ad oggi, gli agricoltori europei hanno assicurato”.
Le ricadute sul territorio di Forlì-Cesena e Rimini sarebbero particolarmente pesanti. “Ogni riduzione o dispersione delle risorse destinate all’agricoltura – prosegue Gasparini – mette in discussione la sostenibilità economica delle nostre imprese e la loro capacità di garantire redditività e occupazione. L’Europa deve rivedere le proprie priorità e riconoscere al settore primario il ruolo strategico che gli spetta”.
Secondo Confagricoltura, la conferma della struttura basata sul Fondo Unico e l’obbligo di destinare almeno il 10% dei piani nazionali alle aree rurali non sono sufficienti a compensare la riduzione complessiva delle risorse. “Anche con questa quota aggiuntiva – evidenzia Gasparini – la dotazione complessiva della PAC risulterebbe inferiore di almeno il 10% rispetto all’attuale, a prezzi correnti. Siamo di fronte a un indebolimento strutturale della politica agricola europea, che penalizza territori come il nostro, caratterizzati da colture ad alta intensità di lavoro, costi crescenti e una forte esposizione ai rischi climatici”.
Un quadro che appare ancora più preoccupante se messo in relazione con l’andamento dei costi. “La FAO certifica che dal 2019 a oggi il costo alimentare è cresciuto di oltre il 30%, mentre l’Unione Europea ha deciso di ridurre il budget della PAC del 20%. È un cortocircuito evidente, che richiede un cambio di rotta immediato”.
Confagricoltura chiede inoltre una semplificazione reale delle regole, che riguardi tutte le imprese agricole e non solo quelle di piccole dimensioni. “In territori complessi come la nostra collina, già provata dai danni dell’alluvione e sempre più fragile, burocrazia e vincoli rigidi pesano in modo insostenibile – conclude Gasparini –. Una PAC efficace deve tutelare la capacità produttiva, sostenere gli investimenti, garantire competitività e offrire strumenti adeguati di gestione del rischio per affrontare mercati sempre più volatili e imprevedibili. Essere a Bruxelles il 18 dicembre è fondamentale: ne va del futuro dell’agricoltura e, con essa, di quello dei cittadini europei”.
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