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Italia: +800% di ricoveri

Pertosse. I pediatri lanciano l’allerta in Italia, anche nel riminese crescono i casi

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura 3 min
Gio 23 Mag 2024 17:16
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I pediatri italiani hanno lanciato l’allerta per una epidemia di pertosse che ha fatto schizzare i ricoveri, saliti dell’800% rispetto allo scorso anno. In Italia da gennaio a maggio 2024 ne sono stati registrati 110: una quindicina di piccoli lattanti sono finiti in terapia intensiva e tre neonati purtroppo sono deceduti. Anche nel riminese, fanno sapere dalla pediatria, si è registrato un incremento dei casi di pertosse: prevalentemente si tratta di bambini ancora non in età da vaccinazione e con madri non vaccinate. Sono stati tutti gestiti dalla pediatria e solo in un caso si è reso necessario il ricovero in terapia intensiva del piccolo paziente.

La presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano, spiega che “la pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%“. La dottoressa Staiano spiega che è possibile “tutelare questa popolazione particolarmente vulnerabile attraverso l’immunizzazione della mamma durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati. Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. È inaccettabile che nel 2024 si possa morire a causa di malattie infettive per le quali esistono vaccini efficaci e sicuri“.

Abbiamo assistito a un aumento dei ricoveri per pertosse dell’800% rispetto al 2022 e al 2023, che hanno riguardato nella maggior parte dei casi neonati e lattanti non vaccinati sotto i 4 mesi di età. Il 95% delle madri di questi bambini non era vaccinata e l’80% non aveva ricevuto alcuna informazione sulla disponibilità di una vaccinazione prenatale” afferma Alfredo Guarino coordinatore della rete clinica INF-ACT . “Il modello sviluppato consente di identificare precocemente minacce infettive attraverso la condivisione continua di dati tra i centri e la disponibilità di un database che copre tutto il territorio nazionale. I dati si riferiscono a bambini ospedalizzati in condizioni cliniche serie e sono quindi certamente da considerare casi gravi, pertanto, sono solo la punta dell’iceberg rispetto alla circolazione della pertosse, in quanto non sono considerati i casi non ospedalizzati. Le dinamiche e l’analisi di flusso forniscono i trend ma non i numeri assoluti che arriveranno solo più tardi e consentono quindi interventi precoci in termini di sanità pubblica. In queste circostanze l’Organizzazione Mondiale di Sanità considera l’anticipo della vaccinazione antipertosse nei piccoli lattanti anche prima del terzo mese e una campagna di sensibilizzazione della popolazione e in particolare delle donne gravide.”

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