Palestina: la "lectio magistralis" arriva dalla base


L’EDITORIALE DELLA DOMENICA
Il 7 ottobre del 2023, Israele ha subito un orrendo attentato, vigliacco nel metodo, disumano nell’esecuzione, atroce per il numero delle vittime e dei rapiti.
La reazione è stata decisa ed efficace, ma estremamente spropositata e disumana. Uno Stato civile e democratico, per punire dei terroristi non può colpire anche
inermi incolpevoli, semplicemente perché risiedono nelle zone della sua spregiudicata reazione. Evidenziai questo dramma a dicembre 2023, ma solo ora la
consapevolezza è pressoché generale, nel frattempo, alcuni dati indicano che hanno perso la vita oltre 65.000 persone, tra le quali circa 20.000 bambini, cui aggiungere un numero impressionante di feriti e mutilati. Un’atrocità che segnerà la storia. Del resto, eludere o minimizzare le nefandezze degli amici, è un processo già visto nei resoconti del passato, ma in onestà, pensavo si fosse attenuato con l’evolversi della civiltà. Sostanzialmente, abbiamo vissuto due anni spesso ricolmi di inadeguata retorica, a volte di falsità o quanto meno, di fastidiose banalità. Poche le coraggiose reazioni contro corrente, informazioni a volte pavide o peggio inquadrate, sicuramente tardive molte delle analisi obiettive e reali. Il brutale sunto di tutto questo è drammatico, per ogni israeliano incolpevole ed indifeso deceduto nell’orrendo attentato terroristico del 7 ottobre 2023, la reazione ha verosimilmente causato la morte di oltre 50 palestinesi, altrettanto indifesi ed incolpevoli.
Eppure, sarebbe stato inaccettabile persino un rapporto di uno ad uno, perché la differenza tra barbari terroristi ed uno Stato civile e democratico, è il sostanziale segno che contraddistingue la brutale violenza dalla civiltà. In questi casi, quando il comportamento di troppe Istituzioni minimizza, evita o peggio assolve gli orrori compiuti, la civiltà regredisce e molte coscienze inevitabilmente si macchiano. Di converso, quando un popolo irrompe dalla base per reagire alle barbarie, con pacifiche e corpose manifestazioni o con eventi eclatanti a sostegno della causa, mettendo a rischio persino la propria incolumità fisica, allora, si rinnova la speranza nel futuro, ed un raggio di sole spunta dal triste grigiore degli ultimi tempi, perché il valore della vita degli altri e l’umanità, tornano ad essere prioritari, persino rispetto agli interessi personali ed al profitto. E’ una “Lectio magistralis”, partita dal popolo verso ogni istituzione che ha scientemente scelto l’ignavia, la lezione può essere compresa o sbeffeggiata, in base all’appartenenza, all’indipendenza del pensiero, all’intelligenza, alla sensibilità, ma il suo valore rimane indelebile, perché ha risvegliato le coscienze e ridato valore all’oltraggiata umanità.
Carlo Alberto Pari