Palareferendum, il giorno dopo: Ravaioli sarcastico, Albanesi al veleno


2.999 uomini e 2.671 donne, per un totale di 5.670.
I sì sono stati 4.808 (l’85,6%), i no 806 (il 14,3%); le schede bianche 28, così come quelle nulle. I sì, quindi, sono stati meno delle firme raccolte da Albanesi per promuovere il referendum.
Nella zona sud, la più interessata dal quesito referendario, su 17.335 aventi diritto sono andati al voto 2.262 persone, pari al 13%.
Altre punte di affluenza, con l’8% di votanti nel quartiere della vecchia fiera dove si è costituito un comitato contro il palas. Il seggio dove si è votato di meno – esclusi quelli ospedalieri – è stato il 48, nel quartiere 5, con 22 votanti, quello con più affluenza di più il 29, nel quartiere 3, con 330 elettori.
Albanesi, leader del comitato promotore, ancor prima di conoscere il risultato, ha affermato la volontà di continuare le battaglie legali contro il Comune a suon di esposti e denunce. Al centro dell’accusa, il boicottaggio che il Comune avrebbe operato nei confronti della consultazione, in un confronto che da politico sta diventando sempre più personale: nei confronti del Sindaco Ravaioli e del vicesindaco Melucci, Albanesi ha espresso oggi giudizi negativi molto forti, accompagnati comunque da una condanna più generale della politica.
Per il referendum il Comune ha messo a disposizione 60 seggi (più 4 ospedalieri): per legge ne sarebbero bastati 35. Una spesa totale di 600 milioni per una consultazione senza esito. Dopo settimane di attacchi personali nei confronti suoi e dell’amministrazione Comunale, Ravaioli oggi si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: un referendum da tapiro d’oro, un’iniziativa politicizzata che non ha convinto i cittadini, e qualche bacchettata anche per chi si è atteggiato a Capitan Fracassa, cavalcando il referendum per togliere consenso all’amministrazione comunale.
Ravaioli, che è andato alle urne e ha votato per il no, ribadisce che il Comune ha fatto ben oltre il dovuto per garantire il giusto svolgimento del referendum. “E ora si andrà avanti – commenta il sindaco – sia per la riqualificazione di Miramare che per la realizzazione del palacongressi alla vecchia fiera”.
che lo strumento più adatto per questa proposta sarebbe
stato (art. 8 comma 3 della L267/2000, e art.46 dello Statuto Comunale)
l’iniziativa popolare, che permette ad una proposta, preparata anche in
maniera completa, firmata da duemila cittadini, di essere discussa presso
gli organi competenti ed eventualmente approvata.