Non fa lo stage perchè indossa hijab. Il direttore dell’hotel si difende


L’accusa di razzismo è quella che lo ha ferito di più. Mattia Palazzi, Direttore dell’hotel Sporting, ci ha ricevuti oggi pomeriggio. Purtroppo non abbiamo potuto accendere telecamera e microfono. Sfogliando davanti a noi la brochure promozionale dell’hotel, 4 stelle a marina centro, ci ha spiegato che è semplicemente una questione di regole. ‘L’unica richiesta, alle scuole – ci dice – è adeguarsi alle regole di comportamento tra le quali l’aspetto e l’immagine, soprattutto per la mansione di receptionist, quella cioè, che avrebbe dovuto assolvere per tre mesi la ragazza dell’alberghiero Malatesta. Questa azienda – continua – non si presenta al pubblico né con piercing, né con tatuaggi o orecchini al naso o in faccia, nè con il velo in testa, secondo gli standard internazionali di ospitalità, che nulla hanno a che fare con scelte politiche o credo religiosi. Allo sporting i musulmani sono 5. In cucina, cucinano maiale e lo chef prepara per loro pasti su richiesta, ci sono stati ebrei e ortodossi che hanno lavorato il sabato anche se la loro religione non glielo permetterebbe, abbiamo avuto cameriere ai piani col velo. Ogni studente è ben accetto per attività di stage, lo dimostra anche il fatto che alcuni istituti alberghieri non locali ci contattano ogni anno per ospitare studenti in stage, come fa l’alberghiero Malatesta da oltre cinque anni. Il fatto è che spesso, arrivano studenti ai quali dobbiamo insegnare a dare del ‘lei’.
Intanto il preside dell’istituto alberghiero Luigi Catalano, ha ritirato anche le altre due ragazze che avrebbero dovuto iniziare lo stage tra pochi giorni.
(nella foto d’archivio: una studentessa con il velo)