Morte Don Oreste Benzi. Le espressioni di cordoglio


La prima è dell’Azienda Sanitaria: “La direzione dell’Ausl esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Don Oreste Benzi, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, e vicinanza all’associazione, in questo momento di grave lutto”.
Un “infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi”, capace di farsi carico “di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo”. Così papa Benedetto XVI ha ricordato la figura di don Oreste Benzi in un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, inviato al vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi. “Appresa con tristezza la notizia della morte di don Oreste Benzi – si legge nel messaggio -, umile e povero sacerdote di Cristo, benemerito fondatore e presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, il Santo Padre desidera esprimere vive condoglianze a quanti piangono la sua improvvisa scomparsa, ricordandone l’intensa vita pastorale come parroco e in seguito come infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi facendosi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo”. Il Papa, “mentre eleva fervide preghiere di suffragio per il riposo eterno del compianto presbitero fedele alla sua vocazione e sempre docile servitore della Chiesa, invoca dalla bontà divina il sostegno della speranza cristiana per l’intera sua famiglia spirituale e per codesta diocesi – così si conclude il telegramma – colpite da una così grave perdita, e con affetto invia a tutti la confortatrice benedizione apostolica nella fede della risurrezione in Cristo”.
“Se ne va una figura emblematica, un prete all’antica, un rappresentante del clero ante concilio, ma anche un uomo di forte spiritualità, dalla sensibilità moderna nei confronti degli ‘ultimi'” – ha detto Mons. Vinicio Albanesi, responsabile della comunità di Capodarco – “con il quale spesso – ha aggiunto – ci siamo trovati su posizioni diametralmente opposte”. “Le sue prese di posizione, ad esempio sulla droga, non derivavano da una cultura retriva ma da una visione del mondo ferma agli anni ’50 – ha spiegato Albanesi – la differenza tra noi era soprattutto generazionale perche’, invece, nel rapporto con la fede e la Chiesa eravamo vicini”. “Don Benzi – ha raccontato ancora – è stato tra i primi parroci ad avvicinarsi al mondo della marginalità, prima ai disabili gravi poi ai tossicodipendenti e infine alle prostitute, soprattutto nigeriane, nei confronti delle quali ha portato avanti una grande battaglia di liberazione”. “Era un parroco di campagna, un’anima candida – ha concluso Albanesi – ma che si era fatto scaltro per raggiungere i suoi obiettivi di aiuto agli altri. E’ riuscito a creare una congregazione laica che, sono sicuro, proseguirà il lavoro da lui voluto in favore di chi ha bisogno, una rete di assistenza gratuita fatta di case-famiglia e servizi sociali”.
si dichiara “Sono profondamente commosso” – ha detto Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc – “era veramente un sant’uomo che ha dedicato la sua esistenza al servizio dei più umili e degli abbandonati. Don Oreste è stato una grande figura dell’Italia contemporanea: anche la politica dovrà meditare a lungo sulla lezione che ci ha lasciato.”
“E’ morta una persona che ha lavorato molto per il prossimo, veramente molto”- queste le parole con cui il presidente del consiglio Romano Prodi ha commentato la morte di don Oreste Benzi. “E non solo in Italia – ha sottolineato – ma anche nei paesi più poveri del mondo”. Il premier, parlando con i giornalisti a Bologna, ha detto anche di avere inviato un messaggio di condoglianze alla Comunità ‘Papa Giovanni XXIII’.
“E’ stato un esempio eccezionale, una testimonianza della grazia di Dio nel cuore degli uomini”. Così il cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna, ha ricordato all’Ansa la figura di don Oreste Benzi. “Ho sempre ammirato la sua generosità immensa – ha aggiunto – Merita la venerazione, e merita di essere ricordato dalla Chiesa per la sua opera straordinaria. E’ stato ardimentoso e prudente, la sua attività ha sempre avuto qualcosa di molto profondo. La sua opera è il segno che Gesù è in azione”. “La sua vita mi ricorda San Lorenzo – ha detto ancora Tonini, che quando per circa un anno fu responsabile della Diocesi riminese, in attesa dell’arrivo del nuovo Vescovo, ebbe proprio con don Oreste il suo primo incontro -. San Lorenzo era diacono in una chiesa di Roma. Il pretore lo chiamò, lo arrestò e gli disse: ‘Tu hai i beni e i tesori della chiesa di Roma, me li devi portare’. Lui rispose: ‘Mi devi dare pero’ parecchi carrì. Li ebbe, e portò i suoi tesori, che erano i poveri e gli emarginati. Perché i più deboli sono il tesoro della Chiesa”.
Un “santo sacerdote”, che nella sua azione ha impersonato “un don Orione vivente” – queste le parole con cui l’Opera caritativa e assistenziale fondata da san Luigi Orione ha ricordato don Oreste Benzi. “Ricordo don Oreste presente ad alcuni eventi della Congregazione orionina – ha scritto don Flavio Peloso, direttore generale dell’Opera Don Orione, in un messaggio inviato alla Comunità Giovanni XXXIII – e istintivamente definito ‘un don Orione vivente’ da confratelli e laici. Il suo impegno sociale aveva una sicura e inesauribile fonte nella vita spirituale che lo portava a conformarsi a Gesù non solo nell’azione ma ancor più nei sentimenti”. “Mi unisco nella preghiera -ha proseguito don Peloso – per ringraziare il Signore per questa perla preziosa della sua misericordia donata al nostro mondo inquieto. Sono vicino a tutta la ‘Famiglia Giovanni XXIII’ che piange la perdita del padre e fondatore assicurandole preghiera affinché possa sviluppare la preziosa eredità condivisa da vicino con tale santo sacerdote”.
“Voglio esprimere il mio personale cordoglio per la morte di Don Benzi” – ha detto il sindaco di Roma Walter Veltroni – “Il suo impegno a sostegno dei più deboli resta un esempio, in particolare per l’attività che Don Benzi ha svolto negli anni nella comunità Papa Giovanni XXIII da lui stesso fondata. Don Oreste Benzi ha dedicato la sua vita agli emarginati e per loro è stato un importante punto di riferimento”.
Un ricordo commosso anche da parte del mondo politico locale. I consiglieri dell’Udc PierLuigi Pollini, Stefano Giuliano Bianchi ed Eraldo Giudici scrivono: “Caro Don Oreste,
tu che hai speso tutta la vita per testimoniare l’amore di Cristo per il più piccolo ed insignificante dei tuoi fratelli, sostieni, dalla Casa del Padre, ogni uomo ed ogni donna che disperi di non poter realizzare il desiderio di felicità e di dono di sé che ha nel cuore.” Lutto e dolore a cui si associa anche il consigliere provinciale Antonio Padalino.
“La morte di don Oreste Benzi lascia un dolore profondo e un altrettanto grande vuoto nell’intera Città di Rimini.” A dirlo il sindaco Alberto Ravaioli che ricorda come la giunta abbia deciso per lunedì la giornata di lutto cittadino. La nota del primo cittadino:
“Ogni singolo istante della vita della vita di don Oreste Benzi è stato un invito al coraggio. Soprattutto il coraggio della fede che si fa quotidianamente pratica, azione nella realtà.
In pochi come lui hanno saputo infondere serena passione alla parola evangelica a riecheggiare la sua originaria forza “scandalosa”. Perché don Oreste Benzi è stato un uomo di chiesa costantemente e volontariamente dalla parte del non conveniente; che, per una società fatua, è in sostanza il più debole, la persona che soffre non solo a migliaia di chilometri di distanza ma dietro quell’angolo a cui i nostri occhi sono ogni giorno assuefatti. Ciò spiega l’irrompere del sacerdote nella cronaca, nella storia di Rimini, dell’Italia, del mondo. Un missionario nei luoghi del benessere, a ricordare a tutti noi ostinatamente l’esistenza dei senza casa, dei senza diritti, degli sfruttati, degli emarginati, dei senza speranza. Non sarebbe giusto riconoscere nell’interventismo di fede di don Oreste un semplice genius loci, un generico addentellato alle peculiarità della nostra terra. E’ stato un grande riminese nel senso che è stato grande universalmente. Don Oreste è l’umanità a cui tutto il mondo tende, l’esempio ascoltato da capi di governo e istituzioni, il sacerdote che testimonia Dio là dove non è opportuno andare, la santità che “si sporca le mani” con il secolo e i suoi moderni strumenti di comunicazione. Per questo l’uomo che ci ha lasciato questa mattina va riconosciuto nello stretto gruppo di persone che ha cambiato il corso della storia di una società intera. Rimini è stata la sua casa, il suo conforto, il seme della sua meravigliosa creatura chiamata Comunità Papa Giovanni XXIII, nata perché “la famiglia è la casa di tutti”. Rimini ne ha accompagnato con passione, affetto, orgoglio, ammirazione e discrezione il suo lungo cammino terreno e ora ne saluta l’addio. Non ci sono rimpianti ma serenità. Soprattutto la consapevolezza che ogni scelta della nostra vita vada fatta senza paura; come direbbe don Oreste “con coraggio”.
Commosso l’assessore Stefano Vitali, un tempo collaboratore del fondatore della Papa Giovanni: “Credo che don Oreste ci abbia insegnato soprattutto la coerenza. Lui riusciva davvero a fare quello che diceva. E con la sua comunità Papa Giovanni XXIII ha contagiato tanti giovani”. “Io – ha sottolineato l’assessore – ho visto pochissime persone al mondo trattare allo stesso modo un capo di stato e un barbone come faceva don Benzi. Aveva una grandissima capacità di far crescere le persone che aveva attorno a lui, responsabilizzandole, per questo sono sicuro che la comunità continuerà anche dopo di lui. E’ riuscito ad infondere nella sua opera quel dono raro che aveva, e che per mia fortuna ho condiviso con lui per un tratto della sua strada. Era un vero rivoluzionario perché capace di stare sempre dalla parte di chi soffre. Ogni giorno sapeva rimettersi e rimettere tutto in discussione. Un grande padre per noi tutti e per l’intera comunità cristiana”.
“Abbiamo perso una persona che amava chi soffriva” – questo il ricordo del fondatore della Comunità Incontro don Pierino Gelmini. “Adesso per me – ha aggiunto – è come una stella e quelle più luminose sono in alto nei cieli”. Don Gelmini ha parlato di don Benzi come di una “presenza provocatoria e profetica”, ricordando il suo impegno nella lotta alla prostituzione. “E’ stato sempre impegnato nella lotta per la vita – ha proseguito – non solo di queste ragazze ma della nostra società che diventa sempre più indifferente di fronte alle tragedie dell’umanità. Ha avuto coraggio perché è stato capace di amare questa umanità sofferente. E ha portato avanti il suo impegno anche quando veniva deriso e criticato, molte volte veniva sottovalutato”. “Credo si sia spento un faro – ha detto ancora don Gelmini – e la società scende sempre più nel buio”.
Per Monica Donini, Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, “quando un uomo, come nel caso di Don Benzi, spende la propria vita a lottare per gli emarginati e gli ultimi, l’unico modo per ricordarne il valore è proseguire in quell’intento.” Nel messaggio si esprime poi il cordoglio di tutti i consiglieri regionali.
Anche il vice presidente del Consiglio Massimo D’Alema esprime il proprio cordoglio. Don Oreste “ha dedicato la propria vita – si legge in una nota – a combattere la povertà e l’emarginazione, impegnandosi a favore dei più deboli e degli sfruttati”. “Sincera commozione” per il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che scrive all’Associazione Papa Giovanni: “nel ricordo del suo lungo e appassionato impegno al servizio delle ragioni dell’uomo, profuso in contesti profondamente segnati dalle ferite dell’esclusione e della disgregazione sociale, desidero far pervenire a voi tutti i sentimenti del mio profondo cordoglio e della mia intensa vicinanza”.
“Il Signore, questa notte, ha richiamato a Sé l’amato don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, opera umanitaria di grande valore sociale capace di portare aiuto in ogni luogo dove ci fosse un bisogno” – si legge in una nota della Compagnia delle Opere – “figura cristiana di grande rilievo di questo secolo, Don Oreste con la sua testimonianza ed il suo impegno evangelizzatore sempre in prima linea ed in prima persona, ha saputo portare la speranza di Cristo ai poveri di tutto il mondo, offrendo tutta la sua vita per loro.”
Don Oreste Benzi è stato “uno dei più impegnati e significativi costruttori di pace del nostro tempo. Un uomo che si è battuto contro l’emarginazione e l’esclusione sociale costruendo accoglienza e giustizia”. Così lo ricorda Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. “Ai poveri, amava dire- sottolinea Lotti – non serve più servizio ma più condivisione. Non solo vicinanza ai più disperati e indifesi ma un impegno costante diretto a sradicare i drammi umani più strazianti della nostra società “.
Annunciando la sua presenza lunedì per i funerali l’ex ministro Carlo Giovanardi, deputato dell’ Udc, ricorda come “Don Benzi lasci un esempio straordinario di fede e carità cristiana, di candore e di ferrea determinazione nel perseguire il bene. Un ‘santo’ per tutti quelli che l’hanno conosciuto ed amato”.
A ricordare don Oreste anche il presidente provinciale dei DS Andrea Gnassi: “Ci ha lasciati una personalità forte e importante, che ci ha incalzato costantemente, un pezzo di storia della nostra comunità, di vita sociale, di relazioni, sicuramente una delle figure di maggior rilievo che ha avuto Rimini e che da qui ha diffuso nel mondo il suo messaggio. Nel corso di questi anni, è accaduto più volte di confrontarsi con don Oreste Benzi e la papa Giovanni XXIII, soprattutto nei dibattiti sui giovani, sull’uso consapevole della loro vita. E quindi discutere i temi della notte, la droga, lui così inflessibile nel chiedere a tutti i ragazzi di dare un senso al proprio operato, nel tempo libero come nello studio. Sì, inflessibile. Don Oreste era, davvero, incalzante, nel confronto ti costringeva a non sederti sulle tue posizioni ed era, quindi, una esperienza “piena”. Una cosa che mi ha aiutato a muovere le mie opinioni, è aver conosciuto l’intensità, la fatica, anche – può sembrare un controsenso – la “laicità” dell’impegno profuso dalle case famiglia. Loro, don Oreste e le persone impegnate nella comunità da lui fondata, la Papa Giovanni XXIII, arrivano davvero agli ultimi, a tutti. La politica discute molto, e afferma i diritti di tutti. Poi, però, sul campo, nella strada, tra le mura domestiche, accanto agli ultimi della società spesso ci trovavi questo prete, a praticare i valori della carità.”
La segreteria Cisl di Rimini scrive “Ci ha lasciato un Grande, che ha segnato profondamente un secolo; un Uomo Grande che ha donato tutta la sua vita all’uomo sofferente al quale ha teso sempre la mano e indicato la via della speranza. Un esempio per tutti. Nel suo agire quotidiano la CISL Riminese non dimenticherà l’insegnamento ed i valori che hanno ispirato la vita di questo Grande Uomo.”
“Più volte, anche nell’ultimo viaggio che abbiamo fatto insieme, mi disse: ‘Aiutiamoci a liberare gli schiavi’. Credo che sia un grande messaggio per questo nostro terzo millennio, che eredita come triste deficit e debito d’amore tante schiavitù morali, politiche, umane”. Così il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns), Salvatore Martinez, esprime il cordoglio del movimento. “Tra i testimoni dello Spirito del ‘900 c’é da annoverare, certamente, la figura di don Oreste Benzi – dice Martinez, il cui movimento è riunito in questi giorni a Rimini per la XXXI Conferenza nazionale Animatori -: un vero prete capace di dare al ministero sacerdotale quella dignità che viene dall’incontro feriale con i piccoli, i poveri, quelli che sono ricordati come gli ‘ultimi’ del Regno che nella sua vita erano i ‘primi'”. “Ho sperimentato in molte circostanze questa sua predilezione verso tutto ciò che egli considerava le schiavitù del nostro tempo”, afferma ancora Martinez, secondo cui “la sua memoria rimarrà viva nell’impegno di questi cosiddetti ‘ex’ che ora lo piangono, ma che sono tornati pienamente alla vita e che sapranno trasmettere questo deposito d’amore, questa eredità d’amore così luminosa che – aggiunge – annovera don Oreste fra i grandi campioni della carità, fra i grandi testimoni della fede carismatica dei giorni nostri”. Una delegazione del Rns si è recata in visita alla camera ardente. Il movimento ha deciso di dedicare la messa di stasera al Palacongressi di Rimini, che sarà presieduta dal consigliere spirituale nazionale, don Guido Pietrogrande, in suffragio di don Benzi.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso in un messaggio la sua partecipazione al dolore della comunità Papa Giovanni XXIII e al generale cordoglio per la scomparsa di don Oreste, testimone della speranza e della volontà di riscatto di tante donne e tanti giovani che, nel suo forte impegno religioso, ideale e civile hanno trovato un sicuro riferimento per riconquistare la loro dignità umana e il loro posto nella società.