Lega: referendum per Regione Romagna. Bonaccini: proposta irresponsabile


Modificare lo Statuto della Regione Emilia Romagna, introducendo la possibilità di indire un referendum consultivo per chiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con il trasferimento delle relative risorse. A chiederlo, sulla scorta di Lombardia e Veneto, è il gruppo Lega Nord con una risoluzione il cui è primo firmatario Massimiliano Pompignoli. Ma le richieste non si fermano qui. I consiglieri impegnano l’esecutivo regionale a indire un secondo referendum consultivo, rivolto ai soli elettori delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e dei comuni del Circondario imolese (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano), per esprimere il proprio voto sulla costituzione di una “entità regionale autonoma denominata Regione Romagna, con propria Assemblea regionale e un proprio governatore, senza ulteriori costi per la finanza pubblica.”
“La dimensione economico-produttiva e sociale è un oggettivo elemento di ‘diversità’ dell’Emilia e della Romagna, – scrivono i consiglieri – territori virtuosi grazie alle proprie tradizioni civiche e al proprio ‘capitale sociale’ potendo vantare un’elevata capacità produttiva, contributiva e fiscale, nonché un elevato livello delle prestazioni dei servizi al cittadino”. Da queste valutazioni, prende avvio “l’opportunità ormai indifferibile”, in vista di un “rafforzamento delle prerogative autonomistiche spettanti all’Emilia e alla Romagna e di riconduzione a un concreto modello federale di amministrazione e di gestione”, di procedere all’indizione di un referendum consultivo per chiedere agli elettori se la Regione Emilia Romagna debba intraprendere o meno iniziative istituzionali per richiedere l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Ma è altrettanto “matura” – rilevano Pompignoli e colleghi – l’opportunità di risolvere democraticamente con un voto dei soli territori romagnoli la questione dell’autodeterminazione di quei territori per giungere a una piena autonomia regionale. E’ evidente – concludono – che l’espressione favorevole della popolazione regionale su entrambi i quesiti è condizione ritenuta indispensabile e necessaria per l’assunzione di un provvedimento specifico dell’Assemblea che richieda l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia nelle materie individuate dalla stessa Assemblea.
“Oggi abbiamo recapitato un messaggio chiaro al PD e al Presidente Bonaccini: o si faranno i referendum su una vera autonomia fiscale e sulla richiesta di indipendenza della Romagna o è pronto l’avviso di sfratto…” questo il commento di Jacopo Morrone, segretario nazionale della Lega Nord Romagna.
“Leggo che la Lega – scrive il presidente della Regione Bonaccini su facebook – vuole un referendum per separare l’Emilia dalla Romagna. Hanno gettato la maschera. Siamo la prima Regione per crescita del Paese e quella con il maggior tasso di occupazione. Separati saremmo tutti più deboli, mentre la nostra forza sono le eccellenze da Piacenza a Rimini”. “Quella della Lega – prosegue – è una proposta irresponsabile. Altro che autonomia“.
Immediata la replica dell’onorevole leghista Pini: “prendo atto che a Bonaccini la democrazia del voto popolare dà fastidio o ancora peggio fa paura“.