Le ombre dietro la Uno Bianca. Aperto un nuovo fascicolo a carico di ignoti


A quasi trenta anni dagli arresti si apre un nuovo fascicolo di indagine sui delitti della banda della Uno Bianca con l’ipotesi di concorso in omicidio volontario a carico di ignoti. Titolare della nuova inchiesta è la procura di Bologna, con il coordinamento del procuratore di Bologna Giuseppe Amato e della procuratrice Lucia Russo, che ha preso in esame l’esposto presentato nel maggio dell’anno scorso da alcuni familiari delle vittime. Le indagini sono state delegate a Digos e Ros. Il gruppo criminale capeggiato dai fratelli Savi tra il 1987 e il 1994 uccise 23 persone tra Romagna e Marche e ne ferì oltre 100. Cinque dei sei componenti appartenevano alla Polizia. “Dietro la Uno Bianca c’è solo la targa”, affermò Roberto Savi, uno dei leader del gruppo, ex assistente capo in servizio alla Questura di Bologna. La richiesta dei familiari delle vittime, assistiti dagli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser, è invece di accertare eventuali complici, mandanti, fiancheggiatori, coperture. L’esposto di 250 pagine è stato depositato, oltre che alla Procura di Bologna, anche alla Procura nazionale Antiterrorismo e per conoscenza a quella di Reggio Calabria che indagò sulla Falange Armata.