L'anno che verrà. L'amara riflessione dell'esperto sul turismo in forte crisi
Con un post sui social che riprende il motivo della celebre "L'anno che verrà" di Lucio Dalla il consulente alberghiero di Teamwork Hospitality Mauro Santinato fa un'analisi molto critica del turismo della riviera nel 2025. "Qui dicono che va tutto benissimo, che siamo pieni, strapieni, che arrivano stranieri come rondini a primavera (e pure d’inverno, a sentire loro). L’anno si chiude col botto, l’hanno detto anche quest’anno, come l’anno scorso e quello prima ancora. Primavera da record, ponti miracolosi, benessere, wellness, congressi e sorrisi, poi Vasco l’anno prossimo, che ormai è diventato un appuntamento straordinario. A luglio nessun calo, ad agosto neanche, le presenze aumentano sempre, solo che non si vede dove stiano".
A quel che viene detto Santinato contrappone una realtà ben diversa: "Gli alberghi chiudono piano piano, le colonie dormono come belle addormentate, il delfinario resiste come un reduce, l’ex McDonald’s guarda il mare con la nostalgia degli anni Novanta. Dicono che l’aeroporto respira, ma sembra più un rantolo. La spiaggia è ferma agli anni Sessanta, il commercio pure, insegne arrugginite e spente come lumini, negozi che chiudono più velocemente delle promesse".
"Intanto non si investe, non si costruisce, non si rinnova, non si rischia. Tutto fermo, tranne le dichiarazioni. Ci sarà un futuro radioso, almeno nei rendering. Le colonie rinasceranno, ma sempre l’anno dopo. Il lungomare sarà nuovo, ma gli alberghi sono vecchi. E i turisti continueranno ad aumentare, soprattutto quando nessuno li conta davvero".
conclusione amara: "Qui si vive di comunicati stampa e di stagioni sempre “straordinarie”, mentre il tempo passa e Rimini resta uguale a se stessa".












