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per anni ha vissuto sul Titano

La Papa Giovanni dice addio a Nicola. Con la sua fragilità ha salvato tanti

In foto: Nicola con la sua famiglia
Nicola con la sua famiglia
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 17 Ago 2025 11:27 ~ ultimo agg. 11:38
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Il 15 agosto è morto Nicola Balestra, 44 anni, uno degli "angeli crocifissi" della Comunità Papa Giovanni XXIII, come li chiamava don Oreste Benzi. Nato il 13 agosto 1981 a Carpi, in provincia di Modena, i suoi primi anni di vita sono stati segnati da grande sofferenza e disagio, vivendo con la madre in una situazione di estrema difficoltà a causa di una cerebropatia grave e l'autismo, che gli impedivano di muoversi e di parlare. Di fronte al peggioramento delle sue condizioni, la madre, “in un grande gesto d'amore” come raccontano dall'associazione, chiese all’assistente sociale di trovargli una “brava mamma” che potesse prendersi cura di lui.

Dopo essere stato accolto in una casa di pronta accoglienza le sue condizioni di salute si aggravarono. A sei anni viene accolto da Maria Grazia Isaia, una giovane della Comunità di don Benzi. "La salute del piccolo Nicola era così grave che il suo destino sembrava segnato. – racconta Grazia Isaia – Si cercava per questo una mamma che potesse accompagnarlo durante il periodo che gli rimaneva da vivere, perché, come diceva don Oreste Benzi, “è giusto che un bimbo muoia tra le braccia di una mamma. Così, nel 1987, quando Nico aveva sei anni, io divenni la sua mamma affidataria. Avevo 21 anni".

Dopo alcuni anni nel cuneese, nel 1990 si trasferirono in una Casa della Papa Giovanni a San Marino dove sono rimasti per vent'anni per tornare infine in Piemonte negli ultimi anni.

"Nicola ha incontrato il mondo, ha veramente toccato i cuori di tutti, di tanti, dei più disperati, alternando sempre fasi di salute precaria con momenti di recupero. – racconta Grazia – Molti suggerivano di “lasciarlo andare per non farlo soffrire”, ma noi abbiano sempre e solo voluto accompagnarlo. Nel 1993 Nicola si trovò nuovamente con la vita appesa ad un filo. I medici erano preoccupati per l'accanimento terapeutico. Don Benzi discusse con loro, sostenendo che “Nicola doveva portare avanti la sua missione nel mondo”, e che mentre nell'ex Jugoslavia si stava facendo di tutto per uccidersi “qui voi dovete fare l'impossibile per farlo vivere”. Grazie alla sua determinazione e a un piccolo intervento, Nicola riuscì a riprendersi in modo veramente miracoloso".

"Nicola ha compiuto diversi miracoli, salvando la vita a molte persone. – conclude Grazie Isaia – Tra queste c'è Francesca, una ragazza con diversi tentati suicidi alle spalle. Nicola, per lei, è stato come l'interruttore che accende la luce. Si è resa conto che “se uno così ha senso, se qualcuno si prende cura di lui, vuol dire che lui ha senso, allora forse anche io posso averne uno”. È stato un maestro, un gigante camuffato, che “ha abbassato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”. A tutti ha donato la sua fragilità".

Nicola si è spento dopo essere stato in pellegrinaggio a Lourdes a fine luglio. Il funerale avrà luogo nella Parrocchia di San Filippo e Giacomo in Verzuolo (CN), martedì 19 agosto alle 15.30.

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