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Incendio all'impianto di Raibano. Arpae: nessun valore anomalo

In foto: L'alta colonna di fumo per l'incendio all'impianto di Hera
L'alta colonna di fumo per l'incendio all'impianto di Hera
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 2 Giu 2025 17:04 ~ ultimo agg. 3 Giu 14:17
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Le rassicurazioni erano già arrivate dagli amministratori di Coriano, Riccione e Misano ma oggi, 2 giugno, Arpae ha presentato ufficialmente i rilievi fatti dopo l'incendio sviluppatosi all'impianto di Hera a Raibano, che vengono confermati tutti negativi. 

L’incendio ha coinvolto una parte dei rifiuti plastici stoccati in aree all’aperto e non ha interessato l’area del termovalorizzatore. Non appena ricevuta la segnalazione dell’evento, i tecnici dell’Agenzia si sono recati sul posto per effettuare un sopralluogo e avviare le prime attività di controllo ambientale, in coordinamento con i Vigili del Fuoco, le forze dell’ordine, la Polizia Locale e i referenti dell’impianto. Durante l’intervento sono state eseguite valutazioni preliminari sulla qualità dell’aria, mediante strumentazione portatile e campionamenti a lettura diretta in vari punti del territorio, sia nelle aree circostanti l’impianto sia lungo l’asse della colonna di fumo, principalmente in direzione nord-est, in funzione della traiettoria dei venti prevalenti. Le rilevazioni sono state effettuate nelle vicinanze di centri urbani, spingendosi fino a una distanza di circa 3 km dall’incendio dentro il centro abitato di Riccione. L’altezza della colonna e la presenza di vento persistente e sostenuto in quota hanno consentito un'efficace diluizione degli inquinanti con ricaduta degli stessi in direzione del mare, a distanza dai centri abitati. Riguardo al rischio di contaminazione di suolo e corsi idrici superficiali, i tecnici di Arpae si sono assicurati che le acque di spegnimento dell’incendio non finissero né in fognatura né nel vicino fosso Raibano, dando disposizioni alla ditta di raccoglierle e smaltirle come rifiuti. Le misurazioni effettuate sul campo non hanno evidenziato valori anomali dei principali parametri monitorati, tra cui composti organici volatili (Cov) e alcuni precursori di microinquinanti organici (diossine, furani, ecc.) come acido cloridrico (HCl), cloro libero (Cl2) e ammoniaca (NH3). Tali dati, uniti al contenimento e allo spegnimento relativamente rapido dell’incendio, permettono di escludere significative ricadute di inquinanti al suolo. Complessivamente, sulla base delle rilevazioni effettuate e degli esiti del sopralluogo, non emergono criticità ambientali né per la qualità dell’aria, né per il suolo e le acque.

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