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La telemedicina

'Homing', la teleriabilitazione che arriva nelle case di bambini

In foto: Sol et Salus presenta 'Homing'
Sol et Salus presenta 'Homing'
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Gio 20 Nov 2025 14:22 ~ ultimo agg. 14:42
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La realtà aumentata abbraccia la medicina all'insegna della nuova frontiera della teleriabilitazione, permettendo così ai pazienti di abbattere le barriere geografiche e rendere le cure sempre più accessibili a tutti. E' questo il progetto ambizioso presentato dall'Ospedale Sol et Salus, che grazie all'utilizzo di un dispositivo di ultimissima generazione chiamato Homing è in grado di garantire cure efficaci direttamente a casa propria, monitorate costantemente a distanza da un pool di medici specializzati. Il dispositivo offre un'ampia gamma di esercizi ed extragames che permettono ai pazienti di immergersi in un mondo virtuale che coinvolge tutti i sensi. Grazie alle tecnologie TecnoBody, la teleriabilitazione consente ai bambini operati di continuare gli esercizi terapeutici nel proprio ambiente domestico, mantenendo una supervisione costante da parte del team clinico. Homing va posizionato davanti al televisore e rileva i movimenti del corpo fornendo feedback immediati sull’esecuzione degli esercizi prescritti dal fisioterapista e dal medico per il programma riabilitativo. Il dispositivo guida all’esercizio corretto supportato dall’intelligenza artificiale, utilizza un’interfaccia semplice e consente al caregiver di richiedere una videochiamata con il terapista per correggere in diretta eventuali difficoltà. Tutti i risultati vengono poi registrati e analizzati dai fisioterapisti e dai medici, che possono aggiornare il programma riabilitativo in qualsiasi momento rendendolo sempre più economico, accessibile ed efficace. Questo progetto rappresenta un ulteriore passo avanti fatto dall'Ospedale Sol et Salus rispetto al progetto già avviato nel 2023 dal titolo Inclusive Care, che introduce nella quotidianità ospedaliera momenti educativi e ricreativi ricreando situazioni ecologiche di deospedalizzazione. L’obiettivo è infatti quello di permettere ai bambini ricoverati, spesso oltre trenta giorni, di socializzare, esprimersi, giocare e rafforzare la propria identità, andando oltre il ruolo di paziente.

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