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Gnassi ringrazia Ravaioli. ‘Ora bisogna aprire nuova fase politica’

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Ven 18 Mar 2011 13:55 ~ ultimo agg. 14 Mag 06:47
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quella dalla frammentazione e personalizzazione della classe politica a quella della condivisione con la città e l’associazionismo.

La lettera di Gnassi:

Caro Alberto,
prima di tutto vorrei ringraziarti. Non tanto da iscritto al PD o appartenente al centrosinistra, ma da riminese. Sì, da cittadino voglio esprimerti il mio ringraziamento per il tuo impegno pubblico lungo 12 anni non facili, zeppi di eventi e cambiamenti vorticosi, di rivoluzioni tecnologiche, sociali e anche politiche. Una fase complessa, vissuta pienamente da Rimini in tutte le sue potenzialità e nelle sue contraddizioni. Nei primi 10 anni del nuovo millennio, a un periodo di sviluppo intenso è seguita una crisi aggressiva e dai contorni destabilizzanti. Rimini ha orientato la sua navigazione per cogliere il vento del primo e difendersi dalla tempesta della seconda. Compito arduo, e ancora più arduo nel momento in cui il quadro politico e economico nazionale e locale ha subito una rivoluzione istantanea e inimmaginabile fino a pochi anni prima. Tutti i partiti storici hanno smesso di esistere, l’unico sopravvissuto è la Lega Nord.
Al quadro frammentato si è aggiunta l’enfasi sulla personalizzazione dell’agire della classe dirigente tutta (pubblica, privata, politica, economica) che ha portato a ulteriori distorsioni del contesto, ingovernabilità, difficoltà di comprensione tra istituzioni e cittadini. Rimini non ne è stata immune e, in alcuni momenti, la difficoltà di governo è diventata incertezza amministrativa, pur mantenendo comunque diritta la navicella sul principale obiettivo, la coesione sociale. Si spiegano anche così le difficoltà, i tentennamenti. Bisogna comunque uscire dalla logica ‘bilancio buono/bilancio cattivo’ o ‘continuità/discontinuità’. Rimini non può permettersi di restare ferma su queste categorie che, indubitabilmente, rappresentano un modo vecchio di porsi con la testa rivolta al passato. E’ giusto, caro Alberto, quando sottolinei ‘si apre una fase nuova’. Sì, in questo bisogna voltare pagina, a Rimini come in qualsiasi altro punto dell’Italia, perché questi ultimi 10 anni hanno visto aprirsi e chiudersi una precisa fase storica, fatta di cose buone e anche di cose negative. Rimini è cresciuta per strati. Ogni strato era figlio era figlio e frutto di un’epoca e di decine di migliaia di persone che lo hanno condiviso.
Non è tempo di rimpianti ma di andare avanti, mutando la logica che vede il Comune sempre e comunque responsabile, sempre e comunque colpevole, sempre e comunque capro espiatorio, sempre e comunque a rispondere di tutto e tutti, fornendo un alibi facile e auto assolutorio rispetto ai deficit di un sistema e di una classe dirigente intera. Compito dei prossimi anni è cambiare questa cultura, devastante e appassita. Compito della nuova fase è saper rendere protagonisti e prendere proposte da tante persone e aggregazioni che ruotano attorno ai valori della tutela dell’ambiente, del consumare meno e meglio, alle forze dell’associazionismo del civismo che viene da operatori economici e sociali impegnati quotidianamente in città. La classe dirigente di domani è qui.
Su questo si dovrà lavorare, su questo principalmente si dovranno cambiare le carte in tavola, abbattendo tante piccole barriere, privilegi e anche “caste”. Che non sono solo nella politica, ma ad esempio nelle banche o negli scontati ambienti della rappresentanza classica.
Grazie Alberto.

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