Galli: entroterra è grande risorsa, serve presa di coscienza per valorizzarlo


“Non credo – spiega l’assessore – che in Italia ci siano molti territori capaci di offrire, nell’arco di un mese, Santarcangelo dei Teatri, Verucchio Festival, gli artisti in piazza e l’antiquariato di Pennabilli, Percuotere la Mente, Cartoon Club, Ottocento Festival, FuTurismo, Palio di Mondaino, Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, Sagra Malatestiana.” Galli non nasconde comunque il fatto che l’impatto di questi appuntamenti in termini di arrivi e presenze sia ancora scarso “ma il progresso è tangibile – spiega – e spinge a lavorare ancora di più su questo versante.” Un primo passo è stata la creazione del brand ‘Malatesta e Montefeltro’ per cominciare a considerare come autonomo e non dipendente in toto dai flussi costieri il prodotto turistico entroterra. Ma il salto di qualità, continua Galli, “avverrà allorché agli investimenti pubblici- di Regione, Provincia e Comuni- seguirà una presa di coscienza da parte di tutti i soggetti che fanno turismo a Rimini.”
L’intervento dell’assessore provinciale al turismo Fabio Galli
“L’estate 2011- complessa da ogni punto la si guardi- sta facendo emergere un elemento che, se prima solo intuito nelle sue potenzialità, ora si configura come realtà solida e non più collaterale. Al di là della Notte Rosa, evento clou e unico della stagione balneare nazionale, il pubblico e i media italiani stanno consacrando il protagonismo dell’entroterra riminese- quello che una volta poco carinamente veniva definito ‘il territorio alle spalle della costa’-, capace di offrire eventi di assoluto rilievo. La coppia Benigni/Eco a San Leo, il concerto di Capossela nella chiesa Collegiata di Verucchio, il ritorno alla centralità assoluta nel panorama culturale europeo da parte di Santarcangelo dei Teatri sono senza alcun dubbio i ‘must’ dell’intera estate italiana. Quest’anno la capacità di fare tendenza e moda, la capacità di ‘fare parlare’ va sensibilmente a merito dei Comuni collinari; Comuni, associazioni, volontari che si stanno facendo apprezzare fuori dai confini provinciali per un enorme dinamismo e vivacità, non lesinando investimenti in termini economici che prefessionali. E qui vale la pena porre un paio di riflessioni. Subito dopo la Notte Rosa c’è stato chi ha detto: ‘da adesso in poi è il deserto degli eventi’. Una sottovalutazione che è un riflesso culturale obsoleto. Manca ancora la capacità di guardare oltre quello che succede sulla costa, quasi che non esistesse nulla se non accade in spiaggia. Sbagliato, sbagliatissimo. Proprio la prorompente eco mediatica degli eventi che hanno avuto come quinta luoghi interni dimostrano il fiato corto di simili ragionamenti. Seconda riflessione: non è vero che il territorio riminese non sia in grado di proporre eventi di spessore culturale alto e altrettanto alta capacità di attrarre visitatori. Quello che da alcuni viene invocato come araba fenice, nella realtà è già- almeno in parte- fatto. Non credo che in Italia ci siano molti territori capaci di offrire, nell’arco di un mese, Santarcangelo dei Teatri, Verucchio Festival, glio artisti in piazza e l’antiquariato di Pennabilli, Percuotere la Mente, Cartoon Club, Ottocento Festival, FuTurismo, Palio di Mondaino, Meeting per l’Amicizia tra i Popoli, Sagra Malatestiana. In più tutte le altre iniziative piccole e grandi- da Collina dei Piaceri a Calici di Stelle, a Rocca di Luna, a Voci nel Montefeltro, alla Festa delle Streghe al ‘corpus’ delle sagre tradizionali- che punteggiano magicamente ogni serata dell’estate riminese. Poi i Musei, i Castelli che- dai dati dei primi sei mesi- stanno avendo riscontri numerici in poderosa salita, con trend superiori a quelli del turismo classico. Certo, i numeri sono ancora limitati in rapporto ad arrivi/presenze lungo i Comuni costieri ma il progresso è tangibile e spinge a lavorare ancora di più su questo versante.
Di qui un ragionamento: la creazione del brand ‘Malatesta e Montefeltro’ si dimostra azzeccatissima nelle sue premesse, ovvero cominciare a considerare come autonomo e non dipendente in toto dai flussi costieri il prodotto turistico entroterra. Il salto di qualità avverrà allorché agli investimenti pubblici- di Regione, Provincia e Comuni- seguirà una presa di coscienza da parte di tutti i soggetti che fanno turismo a Rimini. In collina non ci si va solo se piove sulla costa. Il disincanto che ancora oggi sostiene che è impossibile e antieconomico equilibrare i flussi turistici tra mare e collina si scontrerà da adesso in poi con l’entroterra riminese ormai ‘trendmaker’.”