Fermi per senzatetto. Nuovi commenti e un’interrogazione


Sono ragazzi della porta accanto. Sono riminesi. Studiano o lavorano, hanno una vita sociale, vivono in casa con il babbo e la mamma. Sono i quattro che hanno pianificato e poi messo in pratica l’aggressione, dando fuoco ad Andrea Severi, su una panchina in via Flaminia a Rimini.
Non sono degli eroi maledetti, non c’è nessuna grandezza in loro: sono dei mediocri in cerca d’autore. In loro non c’è rimorso né consapevolezza di aver quasi ucciso deliberatamente una persona. Non c’è alcuna elaborazione teorica. Volevano divertirsi, riempire di un’emozione forte il vuoto che hanno dentro. E’ desolante la loro povertà umana: tanto che mi pare di correre il rischio di nobilitarli a discutere della loro noia esistenziale. Heidegger la descrive come una ‘nebbia silenziosa, che si raccoglie negli abissi del nostro essere’, e ci fa cogliere l’inutilità di tutto ciò che ci circonda. Si saranno guardati intorno così, al bar? Pensando alla nullità del tutto? Loro compresi. Forse, più modestamente, paghi delle solite cose, hanno architettato un piano qualunque per uscirne. Il piano più vigliacco, a spese di un inerme addormentato, uno che vale poco, pensavano, un senzatetto. Ma cosa poteva mancare alla loro vita? Cosa hanno chiesto, se sono capaci di chiederlo, a questo gesto? Sono queste le domande da mille milioni. Io credo che a questa infamia abbiano chiesto di dare un motivo alla loro esistenza. Qualcosa da dire, per la loro vita, così povera di senso: vissuta senza essere convinti che valga la pena alzarsi al mattino, affrontare le giornate, le fatiche e le gioie che sono l’orizzonte di ciascuno. Di solito è così: la normalità di una vita fatta degli impegni e delle responsabilità di ogni giorno riempie quel senso di nulla, di vuoto, che ciascuno ha provato da adolescente. Ma sempre più spesso, abbiamo segnali che la vita normale sembra non bastare. I dati sulla diffusione dell’alcolismo (a partire da età sempre più verdi, ma che si prolunga ben oltre l’età della trasgressione), la droga intrecciata a tutte le età e in tutte le classi sociali, le code per partecipare al reality del momento, la ricerca della ‘svolta’ che ti porti fuori dal gregge, lo sfoggio di abiti, vacanze, cellulari, per cui si esiste, devono farci riflettere. Non c’è bisogno di voli pindarici sull’etica e i massimi sistemi: dalle nostre vite abbiamo espunto anche il buon senso e la misura. Compriamo a rate ciò che sappiamo di non poterci permettere. Copriamo di rumori relazioni sempre più numerose e più fragili. Adduciamo ad alibi l’invadenza dei modelli presentati da mass media e tv: dimenticando che la regola per fare audience è raccontare non tanto del cane che morde l’uomo, ma dell’uomo che morde il cane. I media sono pieni di uomini che mordono i cani: per fare spettacolo, per stupirci, per cercare l’effetto emotivo… uno specchio della realtà, perché è vero che si parla di cose accadute o che potrebbero accadere, ma contemporaneamente, uno specchio che deforma, perché presenta come ovvio un comportamento che non lo è. E troppe volte, i più deboli si sentono sbagliati, per… non aver ancora morso cani. Non ho soluzioni, ma una proposta: come adulti responsabili, a tutti i livelli, della nostra realtà, è il valore, il senso della vita quotidiana che va riportato al centro dell’azione educativa nei confronti dei nostri piccoli. La dignità di ciascuno, il valore che ciascuno riveste solo per essere quello che è, e delle relazioni che ci legano alle persone con cui condividiamo il percorso; di ogni gesto e di ogni giorno, al di là dell’eco mediatica, del denaro, e della visibilità.
Vittorino Andreoli, nel periodo in cui si occupava di Erica e Omar, due lucidi assassini, mi spiegava che ci sono episodi che sono per la società come la febbre a 40 per un individuo: momenti di rottura, che non sono la normalità ma segnalano che… è meglio essere certi di avere a portata di mano l’aspirina. Così è anche per Rimini. Ieri, in tanti erano davanti alla Questura mentre i ragazzi erano dentro, a manifestare il disprezzo per quello che i quattro hanno compiuto, la distanza con la nostra città. Quello che hanno fatto, è vero, non ci rappresenta, eppure, è l’estremizzazione di un disagio che striscia forse più di quanto siamo disposti ad ammettere. Ciò che è accaduto è molto lontano dalla normalità, ma è bene ci spinga a interrogarci, per riconfermare la disponibilità a costruire una comunità in cui le domande e i vuoti che si manifestano trovino voce per esprimersi, spazio per risuonare, e trovino interlocutori disposti a cercare insieme le risposte attese.
On. Elisa Marchioni
Un ringraziamento alla Magistratura, la Questura e le Forze dell’ordine riminesi: che hanno agito brillantemente e in tempi molto rapidi, individuando i colpevoli di questo gesto atroce. Un ringraziamento anche a chi ha collaborato, a chi ha testimoniato: non è facile esporsi, ma hanno compiuto un gesto di giustizia. E infine, un pensiero alle famiglie dei quattro giovani. Al vostro dolore, ora non c’è risposta. Ma auguri: perché il tempo porti consapevolezza e una possibilità di riscatto in dignità per i vostri figli.
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Sulla vicenda, il consigliere Fabio Filippi del PDL ha presentato un’interrogazione alla Giunta Regionale:
Rimini, Terribile violenza a danno di un senzatetto.
Indignazione e preoccupazione, FILIPPI PDL: “la Giunta intervenga con azioni concrete per arginare il fenomeno di una violenza sempre più cruenta”
Il terribile fatto accaduto nel capoluogo della Romagna a Rimini, dove giovani ragazzi hanno bruciato un senzatetto, arriva sui banchi di Aldo Moro.
A firma di Fabio Filippi, Vicepresidente del Gruppo Assembleare PD-FI, l’interrogazione a risposta immediata che chiede un intervento della Giunta Regionale contro tali abomini.
Grande indignazione e preoccupazione di fronte al dilagare di una violenza sempre più spietata, cruenta e immotivata. “Ci troviamo in una società intrisa di odio, in cui ogni valore sembra essere completamente assente. La sacralità della vita è oggi troppe volte oggetto di discussione, i casi estremi portano poi al crimine di Rimini dove un barbone viene bruciato per noia. Un aggressività che si scaglia contro i più deboli e che non ha limiti, non solo l’aggressione, ma addirittura il tentativo di bruciare viva una persona inerme. Atti violenti che coinvolgono fasce d’età sempre più giovani. Episodi del genere devono far prendere coscienza della necessità d’interventi concreti ed urgenti sia punitivi, per fermare i colpevoli, sia preventivi, per evitare che la brutale violenza dilaghi diventando inarrestabile. I giovani che hanno cercato di bruciare, tra le fiamme, il senzatetto devono prendere coscienza della gravità del loro gesto e non possono restare impuniti. Ci deve essere una giustizia equa a difesa delle vittime.”
Considerato che il fatto di Parma, in cui i vigili urbani avrebbero percosso un ragazzo di colore, ha suscitato grandi reazioni di condanna, l’aggressione di Rimini non ha una gravità inferiore. Filippi chiede alla Giunta “se e in che modo intenda intervenire e quali provvedimenti, anche in termini di educazione delle nuove generazioni, intenda attuare e se non sia il caso di ricordare ai giovani che la vita umana è sacra.”