Ex Officina Grandi Riparazioni. Marcia indietro su accordo: niente investimenti
Il complesso di via delle Officine a Rimini risale al 1912 e per decenni fu la più grande azienda industriale della città contribuendo al suo sviluppo. Ora, dopo oltre un secolo di storia, l’ex officina grandi riparazioni, oggi Officina Manutenzione Ciclica Locomotori di Trenitalia, vive invece un presente complesso e un futuro incerto. L’ennesima doccia gelata è arrivata quando una soluzione sembrava ormai certa. Nel 2019, dopo un lungo braccio di ferro tra sindacati e istituzioni da una parte e Trenitalia dall’altra, era stato infatti sottoscritto un accordo che prevedeva investimenti strutturali per rilanciare e adeguare l’impianto, oggi “obsoleto”, all’ingresso dei nuovi treni e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali con circa 200 lavoratori, tra dipendenti diretti e indotto. Impegni che erano stati messi nero su bianco anche nel 2022 in sede prefettizia a Bologna. Rimini sarebbe dovuta diventare un polo dei treni diesel ma anche turistici. Lo scorso 24 novembre però in un incontro con i sindacati l’azienda ha fatto una parziale marcia indietro e ha spiegato di non essere più in grado di effettuare gli investimenti previsti e neppure di poter garantire i livelli occupazionali. Le parti sociali hanno immediatamente chiesto un incontro in Regione per fare chiarezza. Intanto i lavoratori hanno indetto lo stato d'agitazione. Nel 2019, quando venne definito l'accordo, l'azienda chiese il "doppio turno" ai dipendenti proprio in virtù degli investimenti in arrivo. Oggi l'officina è quindi aperta dalle 6 alle 20 ma le risorse economiche non arriveranno. O almeno così pare. I sindacati, col sostegno della Regione, sono pronti a dare battaglia.












