Estradizione non concessa per l'hacker da 500 milioni arrestato a Riccione
E' accusato dal tribunale federale del Tennessee di associazione a delinquere diretta a commettere frode dei sistemi informatici e furto di identità, frode telematica, estorsione informatica, riciclaggio di denaro e minaccia di commettere una divulgazione internazionale di immagini intime senza consenso. Roman Khlynovskiy, 42enne imprenditore kazako nel settore tecnologico, che vive e risiede a Kiev, in Ucraina, è ritenuto il componente di una banda di cybercriminali che tra il 2023 e i primi mesi del 2025 avrebbe hackerato i sistemi informatici di decine di ospedali statali americani entrando così in possesso di dati sensibili utilizzati per chiedere riscatti milionari, per una cifra complessiva che si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di dollari. Basti pensare che al solo ospedale della California fu chiesto un "riscatto" di mille bitcoin, l'equivalente di circa 90 milioni di dollari.
Reati che lo hanno fatto diventare uno dei più pericolosi e ricercati hacker dall'Fbi. A tal punto che gli Stati Uniti ne hanno chiesto l'estradizione, dopo il suo arresto avvenuto a Riccione nel luglio scorso da parte della polizia Postale mentre si trovava in vacanza con la famiglia. Estradizione che per il momento non è stata concessa dalla quarta sezione della Corte d'appello di Bologna, che ha accolto le questioni sollevate dai difensori di Khlynovskiy, gli avvocati Luca Montebelli e Sonia Giulianelli del foro di Rimini. La difesa ha evidenziato il pericolo per il suo assistito di incorrere nella pena di morte qualora gli venisse contestato dalle autorità americane il reato di spionaggio. Altro elemento portato all'attenzione della Corte riguarda la situazione detentiva nelle carceri americane, ritenuta poco idonea con lo stato di salute alquanto precario dell'indagato, bisognoso di cure quotidiane a causa di diverse patologie. Anche la sproporzione di pena per un medesimo reato da parte di due diversi ordinamenti è stata al centro delle argomentazioni dei suoi legali.
I giudici bolognesi hanno rinviato la decisione definitiva al 17 dicembre. Entro quella data attendono delucidazioni dal dipartimento di giustizia degli Stati Uniti sulle questioni sollevate dalla difesa. Nel frattempo Khlynovskiy, che ha respinto ogni accusa, resta detenuto nel carcere dei Casetti di Rimini.












