Estate fallimentare? Secondo i dati del comune di Rimini è in linea col 2024


In attesa dei dati ufficiali Istat, il comune di Rimini mette in fila i numeri dell’estate turistica così come arrivano dai pagamenti dell’imposta di soggiorno. E, a differenza del “de profundis” che ha caratterizzato i commenti estivi sull’andamento turistico, sembra emergere una realtà diversa. Almeno in parte. Nei primi 8 mesi dell’anno (gennaio/agosto) Rimini ha avuto una crescita di pernottamenti dello 0,6% rispetto allo stesso periodo 2024 (anno ritenuto molto positivo dal punto di vista turistico). Rispetto al 2023 la crescita è stata invece del 10%. Molto bene il primo semestre 2025 con una crescita di pernottamenti del 6,1%. Considerando solo i tre mesi estivi (giugno/luglio/agosto), Rimini, secondo i dati dell’imposta di soggiorno, segna una lieve calo dello 0,4% sul 2024. “Dato – spiega l’amministrazione - che probabilmente potrà avvicinarsi allo zero assoluto nelle prossime settimane quando sarà assorbita la percentuale fisiologica dei ‘ritardatari’ nelle dichiarazioni e nei versamenti”. Nel dettaglio: molto bene giugno con un aumento di oltre il 9% sul 2024 (+16,9 sul 2023) che ha permesso di assorbire il calo del 3,5% del bimestre luglio/ agosto (+1,35% invece sul 2023). “Niente disastro, niente fine – commenta l’amministrazione -. L’estate 2025, statisticamente almeno, si chiude in parità comparandola allo scorso anno”.
“Primavera soddisfacente, giugno straordinario e tenuta superiore agli altri territori concorrenti a luglio e agosto grazie soprattutto all’incremento di stranieri”, questa la lettura da parte del Comune che sottolinea come si vada configurando “un modello di Rimini città turistica 12 mesi all’anno”.
L’amministrazione sottolinea poi come Rimini e la costa romagnola siano consapevoli da tempi del cambiamento del modo di fare vacanza “e in tempi recenti hanno modificato e riqualificato la struttura stessa della loro storica industria dell’ospitalità, aggiungendo congressi, fiere, eventi, sport, musei, voli aeroportuali, più strutture ricettive annuali, servizi aperti lungo l’intero corso dell’anno”. “Proprio la stagione 2025 – proseguono da Palazzo Garampi -, critica per tanta concorrenza e che chiama a una riflessione profonda gli organi di Governo, dimostra come la strada imboccata da ormai 30 anni è quella che ha permesso e permette di non perdere lo scettro di capitale della vacanza ma distribuendo lungo tutto l’anno flussi prima concentrati in 100 giorni. Questo è un valore da sottolineare e non un difetto. Chi non è disposto a ragionare su una prospettiva di offerta turistica annuale, che si tratti di Comuni o di operatori turistici privati, sarà inevitabilmente sempre più in difficoltà”. L’amministrazione vede come chiavi per il prossimo futuro quelle di lavorare sull’incremento della qualità, sulle connessioni costa-entroterra, sulla riqualificazione alberghiera, sul potenziamento delle strutture per la destagionalizzazione e sull’accessibilità, a partire dall’aeroporto. “Ma non dimentichiamo il fatto che se siamo ancora leader, se rispondiamo non perdendo nulla delle quote di mercato nonostante una crisi del settore generata da difficoltà economiche e cambiamenti che stanno intercorrendo nella società italiana, lo dobbiamo al molto che abbiamo fatto fin qui, sia come pubblico, sia come operatori privati in molti casi. Ma i risultati ottenuti ci dicono che dobbiamo proseguire e non possiamo fermarci”.