Eolico offshore escluso dal decreto Mase. De Pascale: troppa incertezza

Arrivano novità in tema di Aste FER2, il regime incentivante per supportare le rinnovabili innovative o con costi di generazione elevati, ma non quelle attese. Dopo la prima procedura competitiva lanciata il 16 dicembre 2024 e riguardante solo biomasse e biogas, il nuovo decreto direttoriale pubblicato dal Ministero lascia fuori dai contingenti l’eolico offshore. IDei tre progetti che potrebbero partire, due sono in Romagna: sia Agnes nel ravennate che Enegia Wind nel riminese hanno ottenuto infatto nell'estate 2024 la Valutazione di Impatto Ambientale positiva. Il loro iter quindi prosegue ma un po' al buio e con nuovi punti interrogativi. Per il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, si genera "una grande incertezza". "Quel decreto è andato in Europa - ricorda -, è stato discusso in Europa, è tornato in Italia, ha avuto un'altra sede di discussione. Nel frattempo ci sono stati degli imprenditori che hanno investito e che hanno ottenuto i permessi della commissione Via, investendo tantissime risorse private per realizzare questo obiettivo e oggi scopriamo, un po' a sorpresa, che del decreto è stata stralciata tutta la sezione relativa all'eolico offshore, che significa ovviamente non avere un riferimento su quando potranno uscire queste aste". Il presidente della Regione si ricollega poi alle discussioni in atto con la Toscana per il posizionamento di altri impianti eolici, quelli che insistono sulle aree di confine appeninico (vedi notizia). "Siti molto più impattanti - dice -, come i nostri crinali appenninici, vengono presi d'assalto perché il risultato finale è che non facendo le aste sull'offshore, quindi non prevedendo impianti a largo delle coste dove avrebbero impatto paesaggistico minore", i nuovi impianti si concentreranno sulle aree di montagna e "sui crinali, realizzando in territori che hanno dei consumi energetici bassissimi impianti molto impattanti." E allora de Pascale comprende le proteste di chi si lamenta perché "l'energia la consumiamo noi in pianura e gli impatti paesaggistici ce li hanno loro in collina, mentre il mare usa un po' più di energia, quindi qualche compromesso lo deve trovare".