Tagli trasferimenti dal Governo ai Comuni. Magrini: per Rimini 2,3 milioni


Il Sole 24 ore nell'edizione di oggi dedica un approfondimento alle stime relative ai tagli ai trasferimenti da parte del Governo ai Comuni. Secondo i dati l’ultima manovra dovrebbe richiedere agli enti locali un contributo alla finanza pubblica pari a 1,35 miliardi nel quinquennio, tra 2025 e 2029. Tagli importanti sono previsti anche per Rimini "che - spiega l'asseessore al Bilancio Magrini - secondo le indicazioni, fornite dall’ufficio parlamentare di Bilancio in audizione mercoledì alla bicamerale sul federalismo fiscale, calcolano tra nuovi e vecchi tagli, di 2,3 milioni di trasferimenti che verranno a meno già da quest’anno. Un conto che somma i tagli alla finanziaria 2025 pari a circa 483mila euro, destinati a quasi raddoppiare nel 2026 quando la sforbiciata sarà di quasi 966mila euro. Va poi aggiunta l’eredità che ci arriva dal passato, un ammanco di 1,85 milioni che comprende i tagli alle finanziarie 2021 e 2024, la riduzione dei trasferimenti statali per il passaggio di proprietà in regime di federalismo demaniale e la restituzione del fondone Covid".
Messi in fila le cifre l'assessore commenta: "numeri che già da soli danno l’idea dei sacrifici e dei vincoli a cui gli enti locali sono sottoposti, ma che l’articolo del Sole spiega in maniera ancora più chiara, traducendo in parole immediate gli inestricabili meccanismi che sottostanno alla finanza pubblica: questa manovra, nei fatti, “rischia di comprimere troppo la spesa corrente dei Comuni senza favorire gli investimenti”. E andando ancor più nel concreto dei numeri, se si va a “comprimere la spesa corrente” si rischia di pregiudicare le funzioni fondamentali degli enti e cioè la quantità e la qualità dei servizi ai cittadini, dalla scuola al trasporto pubblico, toccando nel vivo la quotidianità delle famiglie che nel Comune hanno il loro più vicino punto di riferimento.
Di fronte a questo scenario Magrina rassicura che "al momento la nostra Amministrazione ha la capacità di scongiurarlo, in virtù di una solidità economica finanziaria che ci permette di garantire una spesa in equilibrio, di dare continuità ai servizi ai cittadini anche aumentandone l’accessibilità, di continuare ad investire per lo sviluppo della città. Va da sé però che continuare a chiedere sforzi ai Comuni, lasciandoli in trincea sui più svariati fronti, non può essere la soluzione ai vulnus endemici della finanza generale dello Stato".