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La discussione

Eolico, i commenti. Legambiente: stop ad atteggiamento ostile

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di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Mer 8 Mar 2023 14:29 ~ ultimo agg. 6 Giu 11:26
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Il progetto per l’impianto eolico riminese di Energia Wind 2020 si sposta oltre le 12 miglia nautiche. La notizia, già nota agli enti locali, è stata data ieri dai progettisti della società nel convegno organizzato da Legambiente Emilia Romagna (vedi notizia). Proprio l’associazione, da sempre favorevole al progetto, torna sul tema: “bene il rispetto dell’iter consultativo, ma si fermi l’atteggiamento ostile nei confronti del progetto. Rimini si faccia avanti come pioniere delle rinnovabili”.

Per quanto accogliamo favorevolmente l’avanzare dell’iter del progetto – prosegue Legambiente -, ci auguriamo di vedere finalmente realizzato un impianto chiave che produrrebbe 330mw di potenza di energia rinnovabile installata. Il rincaro dell’energia, dovuto principalmente alla dipendenza delle fonti fossili, ha duramente colpito tutta l’economia del territorio che stava dando i primi segnali di ripresa post pandemia.” La provincia di Rimini deve fare i conti, infatti, con un deficit energetico che mina la stabilità economica del comparto turistico: i dati dell’ultimo piano energetico provinciale facevano segnare un consumo finale pari a 817 ktep (1 ktep equivale a 1000 tonnellate di petrolio). Tale fabbisogno era coperto per il 33,05% dal petrolio, per il 46,14% dal gas naturale, per il 17,87% dall’energia elettrica e solo per il 3,06% dalle fonti rinnovabili. Nelle previsioni del Piano, attraverso le azioni da intraprendere, al 2020 invece il consumo finale si sarebbe attestato a 899 kTep, ovvero circa il 10% in più di quanto consumato nel 2010. C’è quindi un deficit energetico che va colmato. Energia Wind e Fondazione Cetacea hanno auspicato nel corso del convegno un cambio di paradigma sulle rinnovabili: “Bisogna tornare a ragionare a come fare le cose, piuttosto se farle o meno” – commenta Giovanni Selano di Energia Wind 2020 – “L’eolico non può essere considerato un detrattore del territorio, da relegare ad aree degradate, ma volano del territorio”. Sauro Pari di Fondazione Cetacea ha ricordato come la proposta di un impianto di eolico off-shore fosse stata proprio un’idea dell’assessorato all’ambiente di Rimini nel 2003: “la via dell’elettrificazione è scritta, le disastrose conseguenze della dipendenza dal gas russo siano da lezione. Le energie che potremmo avere facilmente non le stiamo usando”. “Come Comune di Rimini attendiamo la risposta integrale alle nostre osservazioni al progetto, ma accogliamo positivamente l’opzione proposta questa sera sull’allontanamento dell’impianto oltre le 12 miglia nautiche” – ha commentato Anna Montini, assessore all’Ambiente, ricordando l’assenso ad altre opere come il rigassificatore di Ravenna, molto più nocivi sia dal punto di vista estetico che dell’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini, che vengono approvati in tempi record e senza alcuna ostilità da parte del comparto turistico-economico. “Gli effetti del cambiamento climatico non sono più un’opinione, come dimostrano le recenti mareggiate sulla costa” – ha chiuso. A rispondere ai dubbi sulla producibilità di energia rinnovabile ci ha pensato Selano assicurando che, essendo il progetto di natura privata, i dati sono stati validati da ente terzo per poter accedere alla sua finanziarizzazione: parliamo di oltre 700mw di produzione all’ore in media annua, quanto basta per coprire il 45% dei consumi procapite della provincia di Rimini. A mettere in prospettiva l’importanza dell’opera è stata ancora l’assessora Montini: “secondo una mappatura del Comune di Rimini, sono oltre 2600 gli impianti fotovoltaici presenti sul territorio e raggiungono una produzione di 32mw” – circa un decimo di quanto potrebbe produrrebbe l’impianto off-shore.

Favorevole alla realizzazione dell’impianto anche Sinistra Italiana che stigmatizza le lungaggini del procedimento autorizzatorio dell’impianto offshore proposto dalla ditta Energia Wind “nonostante la situazione drammatica provocata dai costi e dai danni ambientali dovuti al ricorso sciagurato all’utilizzo dei combustibili fossili“. “Un conto è chiedere alla ditta di fornire tutti i chiarimenti in merito a punti non sufficientemente approfonditi del progetto – si legge in una nota –, altro conto quello di ritardare all’infinito il procedimento“.
Secondo Sinistra Italiana ci sono tutte “le garanzie che possono assicurare l’attività peschereccia, la salute degli esseri umani e della vita acquatica. Come è altresì assicurata la corretta dismissione dell’impianto una volta esaurita il ciclo produttivo (mediante apposita fidejussione a favore delle amministrazioni locali)“. Una tirata d’orecchi arriva invece alle categorie del turismo: “a fronte delle legittime preoccupazioni sollevate dai rappresentanti dei pescatori, sorprende l’ottusa posizione di alcuni albergatori che vedono nella installazione delle pale eoliche (12 miglia e oltre dalla costa) un impatto ambientale che allontanerebbe i turisti non rendendosi minimamente conto che nelle mutate considerazioni (consapevoli e ambientalmente orientate) del turista di oggi, il passaggio a produzioni energetiche rinnovabili, costituisce un valore aggiunto che nessun’altra costiera italiana potrebbe vantare. Dovrebbero piuttosto avere bene in mente i danni prodotti dalla “riminizzazione” ovvero la colata di cemento che da Cattolica a Bellaria deturpa la linea di costa, magari pensando ad una riduzione dell’edificato a vantaggio di un po’ più di verde“.
In merito al mancato “ristorno” a vantaggio della comunità locale – prosegue il partito –, vale la pena ricordare che molti territori, anche a noi vicini, si sono fatti carico di opere con ben altro impatto sulle proprie comunità, a nostro vantaggio ( discariche, depositi idrici)“.
Infine Sinistra Italiana consiglia ai Comuni di Bellaria Igea Marina e Riccione “di essere un poco più coraggiosi e guardare all’interesse anche delle popolazioni future piuttosto che a quello di alcune lobby non molto interessate ai beni comuni“.

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