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E’ Polselli il candidato sindaco della lista civica ‘Rimini Più’.

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mar 29 Mar 2011 17:43 ~ ultimo agg. 14 Mag 07:12
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44 anni, oncologo all’ospedale di cattolica, direttore del centro culturale Paolo VI, con una lunga esperienza nell’ambito associativo ed ecclesiale. E’ Antonio Polselli (nella foto) il candidato sindaco della lista civica “Rimini Più”, che riunisce oltre 50 professionisti ed educatori di ambito cattolico tra cui Domenico Pirozzi, per 10 anni presidente della Compagna delle Opere riminese, e Luigi Bonadonna, consigliere comunale ed ex segretario del Pd. Ma anche il presidente del quartiere 5 Fabio Betti, l’assessore comunale alle politiche sociali Paola Taddei e il chirurgo Domenico Samorani. Una lista che rifiuta ogni etichetta e ascendente politico.

“L’elemento di novità e legato proprio a questo aspetto – ha spiegato Polselli – cioè che persone che prima avevano riferimenti culturali molto diversi, insoddisfatte dall’offerta politica che esiste tuttora, hanno pensato di mettere insieme le loro forze e produrre delle proposte anche politiche che pensiamo possano essere valide per tutti”.

Nel logo due vele rosse in un mare blu, a simboleggiare la scommessa e la sfida ai gruppi di potere consolidati nella città in nome di una politica incentrata sul bene comune, sulla solidarietà e sulla sussidiarietà .

“Il nome della nostra lista è ‘Rimini più. Più noi, più Rimini’ – ha detto il candidato sindaco – perchè crediamo che sua possibile uscire dall’empasse che vive la nostra città solo mettendo insieme le forze e facendo sì che tutti facciano la loro parte. La politica deve svolgere il suo ruolo, che forse in questi anni non ha svolto, ma anche i responsabili dell’economia e della vita sociale hanno le loro responsabilità. Siamo tutti chiamati a un cambiamento”.

Il programma sarà articolato in cinque aree tematiche: cultura, famiglia, sociale, economia e lavoro e urbanistica. Un tema, questo, che secondo Polselli sintetizza bene le aspirazioni della città e il fallimento della politica.

“In questi anni abbiamo assistito a un’urbanistica senza direzione, che non ha saputo essere la sintesi alta di una visione e di un progetto positivo per il territorio – ha detto – ma è stata un campo di battaglia in cui si è navigato a vista giorno per giorno tentando di comporre interessi particolari. Questa è certamente una cosa da superare”.

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