Dopo l'aggressione in PS Ausl pensa ad accesso separato per persone vulnerabili


Dopo l’aggressione di pochi giorni fa ai danni di un’operatrice sanitaria al Pronto Soccorso di Rimini, la Direzione generale di Ausl Romagna torna a condannare l'episodio e lancia un appello a istituzioni e cittadini, perchè si agisca insiene per garantire sicurezza ai sanitari. In particolare viene evidenziato come molti degli accessi che vanno a creare situazioni critiche e rischi per il personale non sono strettamente riconducibili ad aspetti di natura sanitaria, ma legati a problematiche di vulnerabilità sociale. Ecco perchè è allo studio, insieme al Centro di Salute Mentale e al SERD un servizio ad accesso rapido, attivo anche la notte, capace di accogliere persone con bisogni particolari e che eviti il trasferimento in Pronto Soccorso.
Attualmente il Pronto Soccorso di Rimini dispone di telecamere di sorveglianza, una linea telefonica dedicata punto-punto con Polizia e Carabinieri, un punto di Polizia interno al pronto soccorso e di fianco al triage dalle ore 8 alle ore 20, una guardia giurata H24, e, come supporto all'equipe e a pazienti in stato di ansia e agitazioni, sono inoltre presenti in alcune ore del turno diurno anche un assistente sociale, uno psicologo e volontari di associazioni del territorio.
"A livello aziendale - spiega l'Ausl -, dal 2017 è attivo un percorso dedicato, descritto in specifica procedura aziendale, per la segnalazione di eventi aggressivi ai danni di operatori sanitari, che prevede anche un supporto psicologico. E’ inoltre attiva una procedure di segnalazione degli eventi lesivi all’Autorità Giudiziaria competente, anche ai fini di valutazioni in merito alla costituzione di parte civile dell’Azienda. Per supportare l’operatore aggredito è tutt’oggi in corso un'interlocuzione con gli Ordini Professionali dell’Avvocatura, per l’eventuale costruzione di percorsi finalizzati al supporto legale".
L’Azienda spiega, inoltre, di essere alla ricerca di altri spazi di lavoro e accoglienza da riservare al pronto soccorso. "Ma accanto a tutto serve un cambiamento culturale, da qui l’invito ad un ulteriore impegno comune per promuovere rispetto e diffondere consapevolezza verso tutti gli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea".