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Passi sospesi

Danza: formazione, professionalità e prospettive di futuro

di Cristina Gambini   
Tempo di lettura 2 min
Lun 18 Gen 2021 09:49 ~ ultimo agg. 5 Giu 17:10
Tempo di lettura 2 min

La danza, il palcoscenico, la vita di oggi e domani. Tante scuole, migliaia di allievi, l’attesa di un ritorno alla normalità tra speranze e visioni di futuro. La danza come disciplina, propedeutica per imparare a coltivare il bello e il teatro. Ma le scuole e i loro allievi oggi sono costretti al silenzio, all’immobilità. Questa sera, alle 20.50, su Icaro TV, va in onda la terza puntata di Passi sospesi. Viaggio nelle scuole di danza riminesi. Un progetto per accendere un riflettore, dare voce al mondo della danza così duramente colpito dalla pandemia.

Tutte le scuole sono impegnate impegnate in una resistenza quotidiana per far tornare la danza e i loro allievi protagonisti indiscussi di nuovi progetti. Il palcoscenico ha bisogno di loro e loro del teatro. E così i ballerini, già lo scorso 31 ottobre, sono scesi in piazza per manifestare contro l’immobilità ed il silenzio cui sono costretti. 

I numeri della danza: il MIUR ha censito, nel 2017, diciassettemila scuole private, un milione e mezzo i ragazzi coinvolti dai 4 ai 20 anni. A parlarne è Maria Perchiazzi Guaraldi, fondatrice del Concorso e dell’Accademia R. Noureev. Il black out generale generato dal Covid può essere, paradossalmente, un’occasione per ripensare la formazione di migliaia di ragazzi.  I ballerini vivono di danza, per loro è ragione di vita. Le conseguenze socio-culturali ed economiche generate dalla pandemia su questo mondo sono enormi. 

Il coreografo e regista Marco Baldazzi, ideatore de “Sosteniamo il Talento”, progetto di raccolta fondi per aiutare gli studenti meritevoli e promosso dal Comune di Rimini, racconta dell’importanza generata da questo percorso di partecipazione e condivisione che vede la collaborazione delle scuole di danza riminesi e permette a molti valevoli danzatori di volare lontano e realizzarsi professionalmente. Il bando è attivo ormai da dieci anni e sono state attribuite circa 30 mila euro di borse di studio.  

La danza può essere una pratica ricreativa o un percorso di vita. Un riconoscimento maggiore da parte dello Stato sarebbe fondamentale. Il lavoro fatto dal Comune di Rimini in questi trent’anni sul territorio è stato enorme nel coordinare, armonizzare e organizzare iniziative. La realtà riminese è un fiore all’occhiello a livello nazionale per l’impegno profuso a favore della crescita e dell’accreditamento delle scuole di danza.

La pandemia sarà un’occasione per legittimare, riorganizzare la formazione dei giovani danzatori, per trovare una nuova via di promozione all’educazione coreutica ed al bello?

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