Indietro
menu
Economia Newsrimini Provincia

Crisi edilizia: negli ultimi 2 anni perse 195 imprese e 1386 posti di lavoro

di Redazione   
Tempo di lettura 8 min
Mer 9 Giu 2010 19:01 ~ ultimo agg. 13 Mag 18:45
Tempo di lettura 8 min

Sono 195 le imprese edili che hanno chiuso i battenti in provincia di Rimini negli ultimi due anni. Più o meno, una su quattro. Nel 2008 erano 788, nel 2009 714, a marzo 2010 ne erano rimaste 593.
1386 i posti di lavoro persi, circa il 30%, in gran parte nelle aziende artigiane, colpite dalla crisi molto più di quelle industriali o cooperative.
Sono i numeri della crisi dell’edilizia in provincia di Rimini, resi noti oggi dall’Ance in occasione dell’assemblea annuale degli imprenditori edili.
Numeri che riflettono lo stallo del mercato immobiliare e degli appalti pubblici: nel 2009 ne sono stati aggiudicati 82, il 37% in meno del 2008. Se si escludono i 170milioni assegnati per la terza corsia dell’A14, anche l’importo complessivo degli altri lavori, 63 milioni, è in calo del 34% rispetto all’anno precedente.

Secondo l’associazione dei costruttori edili della provincia di Rimini, quella attuale è una delle crisi più profonde che il settore abbia mai attraversato.
“Chiediamo alle amministrazioni pubbliche di ridefinire regole e risorse – ha detto il presidente dell’Ance di Rimini, Ulisse Pesaresi – affinché questa situazione trovi uno sbocco e si smetta di giocare a guardie e ladri tra chi detta le regole e chi si presume non le rispetti”.

“Lo snellimento burocratico è una delle nostre priorità” ha spiegato Pesaresi. “I piani particolareggiati e le concessioni edilizie che vengono presentate devono avere tempi più brevi perchè le aziende stanno rischiando di licenziare il personale e si rischia di arrivare tardi”.

(Newsrimini)

sull’edilizia oggi è intervenuto anche il presidente della provincia Stefano Vitali

I dati dell’ANCE

Partendo dal quadro nazionale, per il quale gli indicatori disponibili non evidenziano segnali di ripresa e le imprese esprimono ancora valutazioni di forte preoccupazione per i ridotti livelli di attività e per l’assottigliarsi del portafoglio ordini (In tre anni, dal 2008 al 2010, il settore delle costruzioni avrà perduto il 18%), l’attenzione si è concentrata sulla situazione del territorio riminese.
In provincia nel secondo semestre del 2009 c’è stato un calo generale del portafoglio ordini con previsioni per il primo semestre 2010 ancora improntate alla cautela e alla preoccupazione.
Il numero delle impresi edili diminuisce (nel 2009 74 in meno rispetto al 2008). Il mercato immobiliare è in contrazione.

Dati preoccupanti che in questi mesi hanno spinto Ance, anche in collaborazione con la Consulta delle Professioni tecniche, ad intraprendere un’azione concreta affinché la pubblica amministrazione presti attenzione alla crisi del settore risolvendo le questioni che da troppo tempo strozzano la categoria.
Fra queste: Snellimento burocratico e efficientamento degli uffici per sbloccare l’approvazione dei Piani Particolareggiati ancora in attesa, del rilascio delle DIA e delle Abitabilità; Riduzione degli oneri, in particolare delle monetizzazioni. A Rimini il costo è dieci volte più alto rispetto ad altri capoluoghi della nostra Regione! Si richiede la possibilità di rateizzare gli oneri e consentire l’allungamento della validità della concessione da 3 a 5 anni; Snellimento delle procedure per la realizzazione delle opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Si prevedano procedure snelle e soprattutto semplificate per gli importi sotto soglia. Come non devono essere assoggettate a tali procedure opere derivanti da obblighi inseriti nelle convenzioni, ma non rientranti nelle urbanizzazioni.
Inoltre, il riesame della delibera sul piano casa allargando la sua efficacia almeno anche nella zona mare; la verifica della possibilità di modificare la legge regionale sui pannelli fotovoltaici adeguandola a quanto avviene a livello nazionale. La previsione di un piano di appalti adatti alle imprese locali per svolgere una funzione anticiclica. Ripensare agli appalti “in house” che sottraggono lavoro alle imprese del territorio. Pur mantenendo il patto di stabilità, limitare le spese correnti a favore degli investimenti in modo da limitarne gli effetti.
Inoltre, accelerare i pagamenti mentre attendiamo quali saranno gli effetti della convenzione con le banche locali che dovrebbe consentire l’anticipazione alle imprese. A Tal proposito auspichiamo che la Cassa Depositi e Prestiti concretizzi al più presto il progetto di anticipazione alle imprese degli importi dei lavori pubblici già eseguiti.
Senza dimenticare la preoccupazione che suscita l’iter di elaborazione di costruzione del PSC al quale abbiamo dato il nostro contributo congiuntamente alla Consulta delle Professioni con un documento presentato alla conferenza di pianificazione.
Infine, ma non per ordine di importanza, si citano la perequazione e la fase transitoria. La perequazione perché allo stato delle cose mostra ancora ampi profili di illegittimità come evidenziato da una recente sentenza del TAR Lazio.
Il periodo transitorio perché desideriamo avere rassicurazioni su tutte quelle schede previste dal Piano Benevolo che non sono ancora state attuate. Precisiamo che su di esse molti imprenditori hanno effettuato investimenti cospicui sulla cui conservazione non è possibile transigere. Quindi auspichiamo che per essi sia prevista una norma transitoria, una sorta di POC zero per il quale continuino a valere le regole del Piano Benevolo.

“Per tutto questo – ha concluso il Presidente Pesaresi – siamo a chiedere ancora una volta la massima attenzione e soluzioni definitive confermando l’impegno di noi imprenditori a continuare a credere nelle nostre imprese e a guardare al futuro con la speranza che si tramuti presto nella certezza della ripresa.
Una ripresa che sarà tanto più duratura quanto le imprese sapranno cogliere questo momento per investire in qualità del prodotto, in sicurezza e formazione dei lavoratori, per trovarsi pronte ad affrontare una nuova realtà economica dove avrà la meglio solo chi interpreterà nel modo più giusto le nuove esigenze imposte dal mercato”.

I DATI DEL SETTORE EDILE DI RIMINI
Dai dati dell’indagine congiunturale realizzata dall’ufficio economico di Ance-Confindustria Rimini relativa ai dati consuntivi del secondo semestre 2009 e le previsioni per il primo semestre 2010 emerge che nel secondo Semestre 2009, per quel riguarda la consistenza del portafoglio ordini si registrano cali negli appalti pubblici (per il 39% del campione) negli appalti privati (il 61% del campione) e nei lavori in proprio (il 65%).
Per quel che concerne le opere infrastrutturali, per appalti pubblici, privati e lavori in proprio, nessuna impresa ha visto il portafoglio ordini in aumento in nessuna delle tre tipologie di lavori.

Le previsioni per il primo semestre 2010 del portafoglio ordini in edilizia mostrano segnali ancora improntati alla cautela e alla preoccupazione.
In particolare si prevede un’attenuazione non significativa nell’intensità della diminuzione del portafoglio ordini per gli appalti pubblici, privati e lavori in proprio. Per i lavori in proprio, la percentuale di chi li vede in aumento (9%) rimane su valori decisamente bassi.
Nessuno prevede un aumento di appalti pubblici e privati.
Occupazione: stabile per il 57% del campione, nessuna impresa l’ha vista in aumento e per il 39% è calata. Situazione peggiore rispetto al semestre precedente.
Come previsione, sarà stabile per il 57%, in aumento per il 4% e in diminuzione per il 35%.
Per quel che riguarda il ricorso alla CIG è probabile per il 57%, in misura superiore rispetto alle previsioni del semestre precedente.

Analizzando i dati della Cassa Mutua Edile (periodo ottobre 2008 – settembre 2009), si legge che nel 2009 nella provincia di Rimini hanno operato 714 imprese con un decremento di 74 imprese rispetto all’anno precedente.
Se analizziamo il dato con più accuratezza si nota che le imprese industriali sono passate da 255 a 237, quelle cooperative da 27 a 26 e, infine, quelle artigiane da 506 a 451.
Per quanto riguarda l’andamento dell’occupazione nel settore si passa da 4.572 addetti del 2008 ai 4.159 del 2009.
Nel dettaglio si passa per le imprese industriali da 2.195 a 2.148 addetti, quelle cooperative da 399 a 361 addetti e, infine, quelle artigiane da 1.978 a 1.650 addetti.
Per avere un’idea dell’andamento tendenziale è stato raffrontato il numero delle imprese, il numero dei lavoratori e l’ammontare delle ore lavorate nei periodi ottobre 2008 – marzo 2009 con quelli dello stesso periodo 2009 – 2010.
Rispettivamente le imprese sono passate da 645 a 593 con un calo dell’8%, il numero dei lavoratori da 3.455 a 3.186 con un calo dell’8% e le ore lavorate da 1.749.636 a 1.566.680 con un calo del 10%.
Questi dati mettono in evidenza l’impegno delle imprese che hanno privilegiato il mantenimento dell’occupazione. Infatti, il calo dei dipendenti è in percentuale inferiore a quello delle ore lavorate.

DURC
Con l’anno 2009 la nostra Cassa Mutua Edile ha rilasciato ben 2.854 Documenti di Regolarità Contributiva (DURC) rispetto ai 2.734 del 2008.
Il DURC è un documento fondamentale per il contrasto del lavoro irregolare e della concorrenza sleale alle nostre imprese.

MERCATO IMMOBILIARE PROVINCIALE
Il mercato immobiliare, nel corso del 2009, è stato caratterizzato da una contrazione dei volumi di compravendita.
Dopo i primi mesi in cui ha predominato l’incertezza, a partire dalla primavera ci sono stati segnali di un possibile miglioramento del mercato che però non si sono ancora consolidati.
L’Ufficio Studi di Tecnocasa ha indicato che nel secondo semestre del 2009 i prezzi del medio usato a Rimini sono scesi del -5% rispetto al semestre precedente, mentre per quanto riguarda il medio nuovo la variazione è stata del -2%.
Per il 2010 le previsioni non indicano cambiamenti sostanziali rispetto alla situazione che ha caratterizzato il 2009 confermando una tenuta dei prezzi.
Inoltre, se si confermerà l’atteggiamento prudenziale degli istituti di credito nell’erogazione dei mutui riteniamo che, come avvenuto nel 2009, anche nel 2010 ci potranno essere delle categorie di potenziali acquirenti che avranno difficoltà di accesso al finanziamento e, di conseguenza, all’acquisto dell’abitazione.

APPALTI PUBBLICI
Nel corso del 2009 le gare di appalto aggiudicate sono state n. 82 per un importo complessivo di circa 233 milioni di euro.
Rispetto al 2008 il numero di gare è calato del 37%, mentre l’importo è aumentato del 145%, dovuto soprattutto all’apertura dei lavori per la terza corsia della A14 con un appalto complessivo pari a 170 milioni di euro.
Al netto di questo importo gli appalti residui assommano a circa 63 milioni di euro in calo di circa il 34% rispetto a quelli dell’anno precedente.
Il peso delle imprese extraregionali che si sono aggiudicate gare nel nostro territorio è stato per il 2008 del 43%, mentre nel 2009 del 19%.

Altre notizie