Convention Bureau, nel 2013 un milione di passivo. Avanza lo spettro Unicredit?


A fronte di un primo semestre dell’anno in sostanziale pareggio, si legge nella sintesi del bilancio – la cancellazione di eventi già programmati e l’annullamento di opzioni per meeting e congressi hanno portato a un saldo finale di bilancio con segno negativo di 700mila euro.
Come atto di prudenza alla luce della congiuntura attuale, il CdA ha anche deciso di ascrivere componenti straordinarie negative per circa 300 mila euro.
A conferma dell’incidenza negativa dell’ultimo semestre, il dato economico ottenuto dal Palacongressi nell’anno solare giugno 2012 – giugno 2013 con un fatturato 10 milioni di euro, migliore risultato gestionale di sempre. Confermando la tendenza, purtroppo interrotta – prosegue la sintesi – si sarebbe potuto raggiungere il pareggio di bilancio.
L’analisi dei comportamenti della clientela del Palacongressi durante il 2013 evidenzia una contrazione della capacità d’acquisto degli organizzatori congressuali. Si riduce il numero delle sale richieste per ogni singola manifestazione, degli allestimenti, del catering, delle segreterie. Anche a numero di partecipanti e durata del congresso in crescita rispetto al passato.
A incidere negativamente sull’ultimo semestre sono stati gli annullamenti di eventi provenuti dal settore convention aziendali “corporate”: 192 cancellazioni tra gennaio e ottobre. Nel 28% dei casi i clienti hanno annullato o rimandato la manifestazione, nel 17% hanno modificato i programmi aziendali, per il 12% non è stato possibile rispondere positivamente a richiesta di cambio data. Solo nel 22,9% dei casi la cancellazione è avvenuta per scelta di destinazione differente da Rimini.
Mal comune mezzo gaudio, se così si può dire,il crollo del settore corporate riflette il dato raccolto a livello nazionale, che segna un – 9% di manifestazioni con un valore di investimenti complessivo di 768 milioni di euro, la cifra più bassa mai registrata dal 2005 a oggi (fonte Monitor sul Mercato degli eventi in Italia – ASTRA per ADC Group, 28 novembre 2013).
E intanto Sergio Pizzolante, rispondendo ad alcune dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente di Riminifiera Cagnoni, chiarisce il senso di un suo intervento di alcuni giorni fa. “Io non ho mai detto: dopo l’Aeroporto tocca a Fiera e Palas”, precisa Pizzolante su Facebook spiegando di avere invitato a correre ai ripari per il Palas prima di arrivare in tribunale come per l’aeroporto.
Tanto che in una lettera ai soci proprio di questi giorni la Provincia, prosegue Pizzolante, dice: “nel rapporto con la società del Palazzo, l’aggravarsi del livello di stress finanziario di Rimini fiera, data la complessiva situazione di indebitamento e di riduzione dei margini della gestione della stessa società … potrebbero essere le conseguenze di questa nuova situazione” e aggiunge che “l’incapacità a mantenere i propri impegni potrebbe portare Unicredit ad avere la maggioranza della compagine societaria”.
Con Unicredit e’ stato stipulato un mutuo da 86 milioni per il Palas.
Rivolgendosi nello specifico a Cagnoni: “E sul Palas oggi a chi risponde? È evidente che il vecchio piano strategico e finanziario non regge più. Si basava su: 1) dividendi straordinari destinati al capitale sociale del Palas; 2) dividendo annuale destinato alla rata del mutuo Unicredit;3) conferimenti degli enti soci per 6 milioni ciascuno; 4) incasso Royalties da sistema alberghiero destinati al pagamento mutuo MPS Capital servire .
Nessuna di queste condizioni è più attuale.
Cosa si aspetta a cambiare radicalmente strategia? Qualche nuovo, improbabile piano regionale? Bisogna aspettare il tribunale o si agisce subito politicamente?”.