Contro la contraffazione, sbarca a Rivazzurra il cubo dell’Aimpes


125mila posti di lavoro persi in 10 anni in Europa, 40mila in Italia. Non sono i numeri della crisi economica ma gli effetti dell’abusivismo commerciale sulla pelletteria. Settore che ha un fatturato annuo di 4miliardi 700milioni di euro ed un mercato abusivo parallelo da un milardo e 200milioni (il 70% delle vendite in spiaggia). In 5 anni circa il 40% dei punti vendita specializzati è stato costretto a chiudere. Per contrastare il fenomeno l’associazione italiana pellettieri ha ideato e portato in giro per l’Italia il cubo anticontraffazione: una struttura 3 metri per 3 che mette in mostra capi originali e contraffatti e informa i consumatori sulle conseguenze di un acquisto illegale. Il cubo sarà a Rivazzurra fino a fine agosto.
“Sensibilizzare i cittadini – dice Roberto Biagini, ass. polizia municipale del comune di Rimini – vuol dire anche far capire quali possono essere i rischi che si corrono ad acquistare merce contraffatta (multe da migliaia di euro). Noi abbiamo già sanzionato una turista perchè ha acquistato una borsa con griffe fasulla e proseguiremo su questa linea. Non a caso il cubo è stato posto nella zona di Rimini sud dove il fenomeno abusivismo ha aspetti più rilevanti”.
Proprio a Rivazzura infatti due estati fa alcuni vigili in servizio antiabusivismo furono aggrediti dai bagnanti che difendevano i vu cumprà. “Il clima ora è cambiato” – rassicura Biagini, che ricorda però come il problema abusivismo a Rimini sia soprattutto di ordine e sicurezza pubblica vista la mole del fenomeno e le difficoltà ad agire sull’arenile in mezzo ai bagnanti.
La merce più venduta restano le borse provenienti non solo dalla Cina ma dalla stessa Italia, leader europeo nella produzione di falsi. Comprarne significa finanziare la criminalità, dicono i pellettieri, anche se le false griffe suscitano meno allarme sociale di altri prodotti fasulli.
“La gente è particolarmente attenta a non acquistare giocattoli pericolosi, dentifrici con marchi falsi o medicinali non originale – dice Giorgio Cannara, pres. Aimpes/Mipel – molti però ritengono che comprare una borsa non arrechi nessun danno. Invece non è così e devono far riflettere i 40.000 posti di lavoro del settore pelletteria persi negli ultimi anni a causa dell’abusivismo”.
Non solo, “la stima del fatturato illecito della contraffazione in Italia – afferma Mauro Muzzolon, direttore generale di Aimpes – è di 7 miliardi di euro, il 50% solo nel tessile-abbigliamento-accessori. Numeri che, tra mancata Iva e tasse evase, arreca notevoli danni anche allo Stato: secondo una nostra stima, con questi soldi si pagherebbero 50mila pensioni per un anno, mille processi civili o lo stipendio di 15mila professori”.
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