Indietro
menu
Economia Newsrimini Rimini

Contrattazione di II livello. Giovedì un convegno per fare chiarezza

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Mer 9 Lug 2008 13:11 ~ ultimo agg. 12 Mag 13:26
Tempo di lettura 4 min

Già negli scorsi anni simili tentativi fallirono anche per attriti tra le stesse organizzazioni sindacali che, in questa occasione, hanno presentato una piattaforma comune: alla contrattazione collettiva nazionale il compito di regolare i sistemi contrattuali settoriali e sostenere il potere d’acquisto dei salari con un criterio d’inflazione pattuito tra le parti. I sindacati propongono poi di aumentare la diffusione qualitativa e quantitativa della contrattazione di secondo livello. Proprio a questa la Cgil Rimini dedicherà un convegno in programma domani dalle 9 nella sede della provincia in via Dario Campana.

Non c’è da stare allegri confrontando i salari italiani con quelli degli altri stati dell’Unione Europea. E va ancora peggio per la realtà riminese dove gli stipendi si attestano, mediamente, ad un 30% in meno rispetto al resto dell’Emilia Romagna. Dati che, dal punto di vista economico, si possono giustificare con l’alta presenza sul territorio di lavoro terziario non avanzato e con bassa qualifica ma anche con l’elevata concentrazione di pagamenti “fuori busta” o “in nero”. La Cgil ricorda infatti che le oltre 1800 ispezioni nelle imprese dello scorso anno, hanno portato a scoprire 980 irregolarità con un recupero di 4milioni 400mila euro di contributi evasi. La situazione potrebbe e dovrebbe migliorare incentivando la contrattazione di secondo livello, che coinvolge comunque un buon numero di aziende: 380 gli accordi aziendali realizzati negli ultimi dieci anni a cui vanno aggiunti i contratti territoriali (in particolare quello dell’edilizia e dell’agricoltura), gli accordi Confederali (da quelli sulla competitività, sullo sviluppo, sulla sicurezza, a quelli con i Comuni), la contrattazione regionale nell’artigianato e naturalmente la più giovane contrattazione di secondo livello nel Pubblico Impiego.
“La contrattazione ha riguardato circa 36.000 lavoratori, il 56% della forza lavoro del territorio – dice Graziano Urbinati, Cgil Rimini – tra questi mancano però i 22.000 lavoratori soggetti al contratto del turismo, che non viene rinnovato dal 1992.”
Nella maggioranza dei casi la contrattazione realizzata ha caratteristiche acquisitive, ma non mancano contratti con caratteristiche gestionali o difensive. Le materie trattate nella contrattazione di secondo livello nel nostro territorio riguardano: nel 24% il trattamento economico; nel 17% i rapporti sindacali; nel 12% l’orario di lavoro; nel 7% la cessazione del rapporto di lavoro, che vanno sommate al 2,5% della gestione eccedenze, al 6% delle materie su ambiente di lavoro e tutela salute, al 5 % dei percorsi di carriera, in coda con un 3% l’organizzazione del lavoro.

Proposte Cgil Rimini per la contrattazione di secondo livello

-La contrattazione di secondo livello va resa esigibile per tutti i lavoratori e non solo per una parte

-La parte economica salariale, quella legata agli obbiettivi aziendali deve essere più consistente che nel passato, altrimenti produttività e redditività rimangono nelle tasche dei datori di lavoro, con gli effetti che conosciamo: la provincia di Rimini ha i salari più bassi della regione (dati rapporto Camera di Commercio), le imprese usano margini di discrezionalità salariale individualmente e spesso fuori busta paga.

-Non vogliamo confrontarci con le imprese solo quando ci sono crisi aziendali o esuberi, ma vogliamo farlo a partire dal salario, agli orari di lavoro, alla salute e sicurezza, alla professionalità, alla formazione, alla conciliazione lavoro e famiglia, all’organizzazione del lavoro.

-Un territorio che ha come presupposto l’industria dell’ospitalità non può permettersi di avere un contratto del turismo fermo al 1992.

-Bisogna aprire una contrattazione per le aree industriali e artigianali della provincia sulla questione mense e asili a partire da quella di San Giovanni in Marignano, dove assistiamo ad una chiusura delle aziende artigiane e delle loro associazioni per l’erogazione di buoni pasto ai lavoratori delle loro imprese.

Aumentare la quantità e la qualità della contrattazione collettiva di secondo livello significa migliorare le condizioni dei lavoratori della nostra provincia e rendere le nostre imprese più moderne e un territorio più coeso socialmente.

Altre notizie