Contrattazione di II livello. Giovedì un convegno per fare chiarezza


Già negli scorsi anni simili tentativi fallirono anche per attriti tra le stesse organizzazioni sindacali che, in questa occasione, hanno presentato una piattaforma comune: alla contrattazione collettiva nazionale il compito di regolare i sistemi contrattuali settoriali e sostenere il potere d’acquisto dei salari con un criterio d’inflazione pattuito tra le parti. I sindacati propongono poi di aumentare la diffusione qualitativa e quantitativa della contrattazione di secondo livello. Proprio a questa la Cgil Rimini dedicherà un convegno in programma domani dalle 9 nella sede della provincia in via Dario Campana.
Non c’è da stare allegri confrontando i salari italiani con quelli degli altri stati dell’Unione Europea. E va ancora peggio per la realtà riminese dove gli stipendi si attestano, mediamente, ad un 30% in meno rispetto al resto dell’Emilia Romagna. Dati che, dal punto di vista economico, si possono giustificare con l’alta presenza sul territorio di lavoro terziario non avanzato e con bassa qualifica ma anche con l’elevata concentrazione di pagamenti “fuori busta” o “in nero”. La Cgil ricorda infatti che le oltre 1800 ispezioni nelle imprese dello scorso anno, hanno portato a scoprire 980 irregolarità con un recupero di 4milioni 400mila euro di contributi evasi. La situazione potrebbe e dovrebbe migliorare incentivando la contrattazione di secondo livello, che coinvolge comunque un buon numero di aziende: 380 gli accordi aziendali realizzati negli ultimi dieci anni a cui vanno aggiunti i contratti territoriali (in particolare quello dell’edilizia e dell’agricoltura), gli accordi Confederali (da quelli sulla competitività, sullo sviluppo, sulla sicurezza, a quelli con i Comuni), la contrattazione regionale nell’artigianato e naturalmente la più giovane contrattazione di secondo livello nel Pubblico Impiego.
“La contrattazione ha riguardato circa 36.000 lavoratori, il 56% della forza lavoro del territorio – dice Graziano Urbinati, Cgil Rimini – tra questi mancano però i 22.000 lavoratori soggetti al contratto del turismo, che non viene rinnovato dal 1992.”
Nella maggioranza dei casi la contrattazione realizzata ha caratteristiche acquisitive, ma non mancano contratti con caratteristiche gestionali o difensive. Le materie trattate nella contrattazione di secondo livello nel nostro territorio riguardano: nel 24% il trattamento economico; nel 17% i rapporti sindacali; nel 12% l’orario di lavoro; nel 7% la cessazione del rapporto di lavoro, che vanno sommate al 2,5% della gestione eccedenze, al 6% delle materie su ambiente di lavoro e tutela salute, al 5 % dei percorsi di carriera, in coda con un 3% l’organizzazione del lavoro.
Proposte Cgil Rimini per la contrattazione di secondo livello
-La contrattazione di secondo livello va resa esigibile per tutti i lavoratori e non solo per una parte
-La parte economica salariale, quella legata agli obbiettivi aziendali deve essere più consistente che nel passato, altrimenti produttività e redditività rimangono nelle tasche dei datori di lavoro, con gli effetti che conosciamo: la provincia di Rimini ha i salari più bassi della regione (dati rapporto Camera di Commercio), le imprese usano margini di discrezionalità salariale individualmente e spesso fuori busta paga.
-Non vogliamo confrontarci con le imprese solo quando ci sono crisi aziendali o esuberi, ma vogliamo farlo a partire dal salario, agli orari di lavoro, alla salute e sicurezza, alla professionalità, alla formazione, alla conciliazione lavoro e famiglia, all’organizzazione del lavoro.
-Un territorio che ha come presupposto l’industria dell’ospitalità non può permettersi di avere un contratto del turismo fermo al 1992.
-Bisogna aprire una contrattazione per le aree industriali e artigianali della provincia sulla questione mense e asili a partire da quella di San Giovanni in Marignano, dove assistiamo ad una chiusura delle aziende artigiane e delle loro associazioni per l’erogazione di buoni pasto ai lavoratori delle loro imprese.
Aumentare la quantità e la qualità della contrattazione collettiva di secondo livello significa migliorare le condizioni dei lavoratori della nostra provincia e rendere le nostre imprese più moderne e un territorio più coeso socialmente.