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Confartigianato contro pane sottocosto: turbativa di mercato

di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Lun 28 Lug 2008 10:51 ~ ultimo agg. 12 Mag 14:15
Tempo di lettura 4 min

sotto accusa, in particolare, la campagna del pane sottocosto sostenuta dalla Regione.
Pubblichiamo l’intervento di Confartigianato:

“Il costo del pane è aumentato in maniera contenuta rispetto all’aumento dei costi delle materie prime. Il consumatore sa che può fidarsi di noi, paladini della qualità”
“Chiediamo che la Regione non dia sostegno alla campagna della Grande Distribuzione‘1 kg di pane=1 euro. E’ un’ingerenza inopportuna nel mercato a danno delle piccole imprese di panificazione”.Rimini, 28 luglio 2008 – All’inizio di agosto partirà in Provincia di Rimini una campagna pubblicitaria promossa dai panettieri aderenti a Confartigianato, Cna, Ceto Medio e Upa.
Si tratta di 130 imprese che si ribellano ad un giudizio secondo cui il pane artigianale ha costi sproporzionati, è aumentato in maniera sconsiderata e via dicendo.
La campagna recita lo slogan ‘Non c’è convenienza senza qualità. Il pane del tuo fornaio è sempre il più buono’.
I panificatori della Provincia di Rimini, alle prese con le stesse difficoltà degli altri colleghi dell’intera Regione, devono garantire alle imprese un equilibrio fra costi e ricavi tale da poter consentire di andare avanti con l’attività.
Chi conosce gli aumenti di prezzo delle materie prime come le farine, quelli dell’energia, i costi della burocrazia e del personale, degli affitti ecc. sa bene che ogni laboratorio di produzione è sottoposto da mesi e mesi ad un autentico accerchiamento che mette a rischio il futuro delle imprese.
Di fronte a questa situazione, è necessario mantenere equilibrio, contenere gli inevitabili aumenti e cercare di tirare la cinghia.
Nella nostra Provincia che il pane è aumentato nell’ultimo anno dal 7 al 10%, non lo neghiamo, ma siamo disposti ad un confronto con chiunque per dimostrare che si tratta di aumenti ben più contenuti dei costi d’impresa.
Per ribadire il nostro ruolo, la qualità che ci sentiamo di garantire, l’affidabilità storica della categoria, abbiamo avviato con sacrificio la campagna di comunicazione che ricorda la nostra presenza e ciò che proponiamo.
Ma c’è un altro aspetto che aggiunge una rabbia infinita alle difficoltà quotidiane. I panificatori riminesi hanno deciso di reagire contro quella che ritengono una grave intromissione della pubblica amministrazione in questioni strettamente riguardanti il mercato.
Ci riferiamo alla campagna ‘1 kg di pane a 1 euro’, scelta compiuta da grandi catene commerciali, avvallata inopportunamente dalla Regione Emilia Romagna.
Pur fra mille difficoltà riteniamo di avere la possibilità, puntando sulla qualità, per competere e combattere la concorrenza. Ma siamo disarmati contro chi associa la firma della Regione Emilia Romagna a quella che è una pura strategia commerciale.
L’assessore Guido Pasi ha voluto motivare il ruolo della Regione associandolo ad una attività di ricognizione sulle buone pratiche in atto a proposito di contenimento dei prezzi e alla promozione di azioni per contrastare il rischio di impoverimento.
Per questo ha deciso di sottoscrivere un accordo (7 aprile 2008) con le catene della grande distribuzione e fissare il prezzo del pane tipo ‘0’ a un euro al kg, bloccato per sei mesi.
I panificatori artigiani di Rimini chiedono alla Regione di non confermare la sua approvazione ed il suo incoraggiamento ad un’attività che ha solo motivazioni legate al marketing e non alla reale convenienza nella spesa. E’ troppo facile vendere una limitata quantità di pane sottocosto, nell’ambito di una politica commerciale che vanta migliaia di referenze sugli scaffali.
Noi panificatori artigiani se vendessimo il pane ad un euro al kg saremmo costretti a chiudere bottega; non abbiamo certo le risorse per poter sostenere questa politica e nemmeno quelle per fare una capillare e costosa campagna di comunicazione come ha fatto la Grande Distribuzione.
I panificatori artigiani non hanno paura del mercato, perché puntano alla qualità del prodotto e lottano tutti i giorni per offrirla al miglior prezzo possibile. E’ la libera concorrenza che detta le leggi.
Il ruolo della Regione lo riteniamo improprio, contrasta con i principi del libero mercato e moralmente costituisce una messa sotto accusa di una intera categoria di imprenditori. Per questo sosteniamo il ricorso all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato presentato dai colleghi Bolognesi.
In queste settimane i panificatori riminesi e le loro Associazioni hanno incontrato i consiglieri regionali eletti sul territorio, ed hanno chiesto loro la comprensione delle istanze e di attivarsi affinché la Regione Emilia Romagna riveda il suo appoggio a questa azione discriminatoria.

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