Concessioni: dall'Europa nuova lettera all'Italia. Nel mirino gli indennizzi


Lo scorso 7 luglio la Commissione europea ha inviato una lettera al governo dell’Italia nell’ambito delle divergenze di vedute sulla questione delle concessioni balneari. Lo ha confermato un portavoce della Commissione Ue, rispondendo a una domanda sul tema nel briefing di metà giornata a Bruxelles e precisando che lo scopo della lettera è facilitare una soluzione concordata con Roma su questa tematica. Nella lettera ci sarebbero critiche all'italia sugli indennizzi da versare ai concessionari uscenti, ipotesi che l'Europa aveva già chiesto di rivedere.
Dal centrosinistra riminese commenti contro l'atteggiamento del governo. Per il deputato del Pd Andrea Gnassi, componente della commissione Attività produttive della Camera “Il patrimonio italiano delle coste e delle spiagge è stato lasciato nella totale incertezza. Il Governo ha ripetuto per anni fantomatiche promesse come quella che la direttiva Bolkestein non si sarebbe applicata all’Italia e che le gare non si sarebbero fatte. Ha poi proseguito provando a far credere ai concessionari che ci sarebbe stato un diritto di prelazione e così via. La verità è che in questi tre anni il governo Meloni non ha mai seriamente interloquito con l’Europa”.
“Gli enti locali, i Comuni e gli imprenditori che vogliono innovare e qualificare anche da un punto di vista ambientale e sostenibile si troveranno di fronte dei bandi di gara suscettibili di ricorsi e controversie. Delle spiagge italiane al Governo non interessa. Con una ministra al Turismo (scomparsa nei fatti) che non si è mai occupata di turismo balneare limitandosi a slogan contro “l’irruzione di grandi gruppi stranieri sulle coste italiane”, a cui invece sono state aperte le porte per come è stato scritto dal suo stesso governo il decreto Bolkestein". Gnassi ne ha anche per il commissario Fitto "che pare neanche sia a Bruxelles per come si è sempre dileguato su una questione che tocca un settore strategico per l’economia turistica italiana”. “Ora con l’ultima lettera della Commissione europea che invalida il pastrocchiato decreto ministeriale sugli indennizzi, si aggiunge un altro tassello surreale che insieme ai quasi 1700 giorni di infrazione dell’Italia sulla direttiva Bolkestein lascia un settore allo sbando, oltre che i Comuni nella totale impossibilità di indire i bandi senza incorrere in conseguenze pesanti". Al Governo si ribadisce la richiesta di convocare un tavolo con enti locali e Regioni "per capire come il nostro Paese possa uscire da questa situazione creata con totale insipienza e disinteresse”.
Sulla questione si pronuncia anche la consigliera regionale del PD Alice Parma: “Sulle concessioni balneari continua il caos generato da un Governo che in tre anni non ha voluto affrontare seriamente una questione cruciale per le nostre coste, il turismo e le economie locali. Ritengo inaccettabile che amministratori e imprenditori turistici dei Comuni della nostra Riviera continuino ad essere lasciati soli nella gestione di una partita tanto delicata come quella delle concessioni balneari. Le promesse del Governo si sono rivelate illusioni, utili solo a rinviare il problema. E oggi ci troviamo con bandi di gara esposti a ricorsi, incertezze giuridiche e una totale assenza di regia nazionale”.
La Regione Emilia-Romagna, sottolinea la consigliera, "è pronta al coinvolgimento, come lo è sempre stata, e lo ha dimostrato in più occasioni. Ma per agire servono indicazioni chiare, coordinate e coerenti da parte del Governo. Un quadro normativo finalmente definito, che permetta agli enti locali di muoversi con sicurezza e responsabilità. Nessuno dice che sia semplice, ma proprio per questo servirebbe un esecutivo capace di assumersi le proprie responsabilità. Oggi invece assistiamo a un’assenza politica gravissima, con una Ministra del Turismo silente come Daniela Santanchè e un commissario agli Affari europei come Fitto che ha sistematicamente evitato il confronto. Chiediamo che si apra subito un tavolo con enti locali e Regioni per trovare una via d’uscita concreta e condivisa, prima che l’inerzia comprometta definitivamente un settore strategico per l’economia del nostro Paese e della Riviera romagnola”.