Chi di dito ferisce: Bossi nella pubblicità Ryanair


Testimonial involontario, a giudicare dalle proteste e dalle interpellanze che già stanno preannunciandosi, il ministro Bossi per Ryanair, la compagnia di voli low-cost che continua la protesta sulla vicenda Alitalia. E lo fa a modo tutto suo, con un pizzico di british humor: stampando sulla home page del sito della compagnia in italiano la recente immagini del ministro Bossi, con il dito medio alzato. Quella volta, il gesto era rivolto all’Inno di Mameli, la musica nazionale italiana. Ryanair l’immagine la declina alla vicenda Alitalia sotto al titolo “Il ministro Bossi ai passeggeri italiani”, aggiungendo alla foto “Il governo… supporta le alte tariffe Alitalia… supporta i frequenti scioperi Alitalia… Se ne frega dei passeggeri italiani”. E nell’immagine sotto un bello sconto.
L’insolita protesta non ha mancato di fare clamore. A Strasburgo l’eurodeputato leghista Mario Borghezio ha scritto un’interrogazione urgente alla Commissione Europea. In Italia invece sono già scattate le verifiche, da parte del sottosegretario ai Trasporti Roberto Castelli, che ha definito sorprendente questa “presa di posizione”, chiedendosi se è compatibile “con l’attività di operatore della compagnia negli aeroporti italiani”. Castelli si è spinto anche un po’ più in là, giudicando l’operato della compagnia “come un partito politico che come un’azienda”.
Ryanair non è nuova alle proteste nei confronti del Governo italiano sulla vicenda Alitalia. l’11 giugno, mentre la Camera dei Deputati votava il prestito ponte, la compagnia low cost firmò insieme a British Airways, Virgin Atlantic, Finnair, Sas, Iberia e Tap, una lettera all’Unione Europea nella quale dicevano che “senza quell’aiuto Alitalia andrebbe sotto i necessari requisiti di capitale, dovrebbe dichiarare bancarotta in base alle leggi italiane e cessare quindi le operazioni”. E prima ancora, il 3 giugno, da Istambul, all’assemblea annuale Iata Jimmy Dempsey, responsabile finanziario di Ryanir disse che “dovrebbero lasciare ad Alitalia la possibilità di fallire”, insieme ai commenti salaci di British Airways.