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con USB Slang Rimini

'Cercasi schiavo'. In piazzale Kennedy un presidio contro il lavoro sfruttato

In foto: una campagna "Cercasi schiavo"
una campagna
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Sab 26 Lug 2025 11:44 ~ ultimo agg. 12:57
Tempo di lettura 3 min

Domenica 27 luglio alle 17 in Piazzale Kennedy a Rimini è in programma il presidio "Cercasi schiavo" promosso da USB Slang Rimini per tenere alta l'attenzione sullo sfruttamento nel lavoro stagionale. 

Queste le motivazioni espresse dal sindacato: "Salari da fame, turni massacranti da 10-12 ore senza riposi, contratti precari o inesistenti, discriminazioni, insicurezza nei luoghi di lavoro e sfruttamento sistematico. Questa è la quotidianità di migliaia di lavoratrici e lavoratori che tengono in piedi bar, ristoranti, stabilimenti balneari, hotel. Senza voce, senza tutele, con pochi padroni del turismo che fanno profitti a molti zeri sulla pelle di chi lavora. In tutta Italia, e in particolare a Rimini, il “modello turismo” ha portato alla precarizzazione di massa, allo sfruttamento intensivo dei lavoratori e privatizzazione e cementificazione selvaggia del territorio.

Rimini è oggi la provincia col reddito medio più basso dell’Emilia-Romagna. Il 40% dei riminesi dichiara meno di 15.000 euro l’anno. Un lavoratore stagionale del turismo, in media, guadagna appena 8.000 euro l’anno (meno di Bulgaria e Romania), contro i 27.000 di chi lavora nel manifatturiero. Migliaia di persone lavorano senza contratto, o con contratti falsi, a chiamata, part-time fasulli, ore non pagate, straordinari non riconosciuti.

E se tutto questo non bastasse, c’è un’altra crisi che si intreccia col lavoro stagionale: l’emergenza abitativa. Oggi a Rimini ci sono più appartamenti dedicati agli affitti brevi (1.185) che richieste di sfratto (1.009). In 5 anni, il costo medio degli affitti è più che raddoppiato: da 10 a oltre 25 euro al metro quadro. Un terzo del reddito viene inghiottito dal canone di locazione, quando una casa si trova. La cementificazione, intanto, non si ferma: continua la svendita della costa pubblica ai concessionari, che ne fanno un uso commerciale ed escludente. Oggi solo il 5-6% della costa riminese è ancora davvero pubblica. Altro che “volano dell’economia”: questo è un modello di sviluppo che arricchisce pochi e precarizza tutti. È ora di alzare la testa".

Le richieste:

"Introduzione immediata di un salario minimo legale di almeno 10 euro l’ora

Rispetto pieno del CCNL, delle mansioni e degli inquadramenti contrattuali

Fine del ricatto padronale sui permessi di soggiorno

Controlli, ispezioni e sanzioni reali e sistematiche contro chi sfrutta Sicurezza sul lavoro anche a fronte delle ondate di caldo estreme

Rivisitazione della Naspi, garantita indipendentemente dalla risoluzione del rapporto lavorativo

Contro il lavoro servile, contro il turismo fondato sullo sfruttamento, per un altro modello di città".

 

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