Camminata e cerimonia
Verucchio ricorda i suoi nove Martiri a 81 anni dall'esecuzione nazista
In foto: Verucchio ricorda i suoi nove Martiri

di Redazione

Lun 22 Set 2025 16:19 ~ ultimo agg. 16:44
Verucchio ha ricordato i suoi Nove Martiri, vittime della rappresaglia nazista del 21 settembre 1944.
Sabato 20 si è svolta la Camminata sui Luoghi della Memoria organizzata da ANPI Verucchio.
Domenica 21 alla Cerimonia di Commemorazione insieme alla Sindaca Lara Gobbi ha partecipato la Sindaca di Talamello Anna Maria Bianconi. Erano presenti il Parroco di Verucchio Don Luca Torsani, ANPI Verucchio, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d'arma, mentre un picchetto della Polizia locale di Vallata rendeva agli onori.
La Banda Città di Verucchio ha accompagnato tutto lo svolgimento e al cippo dei Nove Martiri ha eseguito l'Inno di Mameli e il Silenzio d'ordinanza.
Il discorso pronunciato dalla Sindaca di Verucchio Lara Gobbi.
Antonio Achilli, 55 anni.
Lazzaro Berardi, 56 anni.
Giuseppe Bracchini 28 anni.
Luigi Brigi, 58 anni.
Pietro Celli 63 anni.
Luigi Filippi, 66 anni.
Primo Foschi, 31 anni.
Paolo Moretti, 57 anni.
Gregorio Zavatta, 53 anni.
A ciascuno di noi sarà capitato che qualche passante forestiero ci abbia chiesto cosa accadde di preciso e perché, in quel giorno di 81 anni fa. Ce lo ha chiesto perché ha letto questi nomi per le vie di Verucchio, ha visto quelle fotografie.
Questo ci accade perché noi a Verucchio abbiamo scelto di ricordare i nostri Martiri. E la memoria è importante ed è preziosa oggi più che mai. Il passare del tempo rischia di affievolirla, ma purtroppo è la cronaca dei nostri giorni a incaricarsi di renderla indispensabile.
Sono giorni questi in cui sentiamo parlare di guerra come forse mai dopo la fine dell’ultimo conflitto mondiale. Siamo costretti a vedere quotidianamente orrori indicibili, che credevamo potessero appartenere solo al passato più buio. Il senso di impotenza sembra sopraffarci, la comprensione ci vien meno: come può succedere tutto ciò, come possiamo ridurci a tanto?
E’ la memoria a spiegarci i perché. Ci ricorda come la guerra, che sono sempre in pochi a volere, sia capace di trasformare enormi masse di persone assolutamente normali in esseri senza pietà e misericordia. Tanto più quando a scatenarsi sono i peggiori istinti dei regimi totalitari. Ed è successo anche qui, nella nostra Verucchio.
La memoria non serve a coltivare l’odio e a covare la vendetta. Noi siamo assolutamente certi che la stragrande maggioranza di quei giovani in divisa ,che hanno ucciso i loro simili e hanno massacrato degli innocenti, per primi hanno sentito nelle loro coscienze il peso terribile della violenza, quella che hanno inflitto e quella che hanno subìto.
Tutti noi che abbiamo o abbiamo avuto in famiglia qualcuno che ha vissuto la tragedia della guerra, sia da civile che da combattente, abbiamo ascoltato gli incubi, il terrore incancellabile, lo sgomento di fronte al trionfo della morte. Che arriva implacabile, sempre ingiusta, talvolta perfino beffarda. Come qui a Verucchio, a poche ore dalla liberazione e dalla fine dei combattimenti.
Sappiamo che i nostri Nove Martiri per la disumana logica della rappresaglia dovevano essere dieci. Che un ragazzo di 16 anni, Umberto Bonfè, ebbe salva la vita quando già era davanti al plotone di esecuzione, forse per un gesto amichevole verso un soldato tedesco compiuto poco prima, forse per la sua giovane età, forse per entrambe le cose. Dunque perfino nel più profondo baratro della barbarie, l’umanità in qualche modo, da qualche parte, può sopravvivere. Dunque la speranza ha qualche ragione d’essere, allora come oggi.
E allora è un messaggio di speranza quello che vorrei comunicare oggi a tutti voi. A incoraggiarla per prima è la vostra stessa presenza, della quale vi ringrazio.
Ringrazio dunque le autorità religiose, militari e civili qui presenti. Ringrazio l'ANPI Verucchio e le Associazioni combattentistiche e d’arma. Grazie alla Banda Città di Verucchio che ogni anno ci accompagna in questa commemorazione.
Grazie, e un grandissimo abbraccio, ai famigliari dei Nove Martiri di Verucchio che anche oggi hanno voluto essere qui.
Il mio auspicio e il mio saluto a tutti voi è: viva la pace!
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All’alba del 21 settembre 1944 due soldati in retroguardia del 993° reggimento tedesco furono fatti oggetto di fucilate e bombe a mano in Via dei Fossi, da persone rimaste ignote. Uno dei due, Heinrich Harre, rimase ucciso mentre il camerata riescì a fuggire e ad avvertire i commilitoni. Questi tornarono indietro e consumarono la rappresaglia contro i civili.
Durante la mattinata furono rastrellati in 10, cittadini verucchiesi e sfollati, fermati a caso per strada o prelevati nei rifugi.
Tre di loro, Lazzaro Berardi, Luigi Brigi e Gregorio Zavatta, furono uccisi mentre tentavano di fuggire lungo la strada che conduce alla zona dell’ospedale dove era prevista la fucilazione. I restanti sette inermi e incolpevoli civili furono costretti a seppellire il soldato tedesco e i tre italiani già colpiti
La loro esecuzione avvenne attorno alle ore 14,30 del 21 settembre. Al massacro scampò solo il sedicenne Umberto Bonfè poiché poche ore prima aveva dato un impermeabile a un soldato che si ritrovò schierato nel plotone di esecuzione.
I sei, uccisi e lasciati insepolti, erano Antonio Achilli, Giuseppe Bracchini, Pietro Celli, Luigi Filippi, Primo Foschi, Paolo Moretti. Alle 16,30 Verucchio vide giungere le prime pattuglie di soldati alleati che trovarono il paese completamente abbandonato dai tedeschi.
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