Beffa Imu. Brasini replica a Renzi: demagogia senza proposte


“L’1 per mille che rappresenta la differenza tra l’aliquota base per la prima casa e lo 0,5 che ha stabilito questa Amministrazione – spiega Brasini – vale 4.400.000 euro. Il decreto prevede che il 60% venga rimborsato dallo Stato e il restante 40% invece dai cittadini, quindi al massimo 880.000 euro, se il 40% sarà riferito solo alla seconda rata”.
Da Renzi arrivano facili accuse, ribatte Brasini, ma senza proposte: “Molto più difficile trovare, a bilancio chiuso, le risorse per coprire quei 4,4 milioni e su questo, da Renzi, non abbiamo avuto suggerimenti, né proposte”.
E che Rimini fosse fuori dal pagamento degli aumenti sembrava cosa certa fino all’ultimo, tanto che in questa direzione andava una comunicazione sul sito del Ministero apparsa mercoledì scorso e poi sconfessata dalla Gazzetta Ufficiale.
Quanto all’atteggiamento del Governo, così lo sintetizza Brasini: “Il Governo, abolendo l’Imu sulla prima casa, si era fatto carico di coprire le entrate mancanti per i Comuni e deve mantenere l’impegno preso, senza far ricadere il carico sui cittadini e sugli enti locali, alle prese con provvedimenti fiscali a catena che hanno generato solo confusione e problemi. Un Comune per pianificare investimenti e per garantire i servizi ai propri cittadini ha bisogno di certezze: non si può arrivare a dicembre con i bilanci ancora in bilico perché da Roma si cambiano le carte in tavola ad ogni soffio di vento. Speriamo quindi fino all’ultimo che il Governo torni sui suoi passi, cambiando un decreto che, alla fine, penalizza tutti”.
Oltre che Matteucci, Brasini cita anche il ministro alla Affari regionali del Rio che oggi su Repubblica ha dichiarato: “C’è rammarico per una scelta che non aveva senso. Era più semplice far pagare una quota al 10% dei più abbienti. E invece guarda cosa succede ora”.