Badia del Vento, un progetto che divide regioni e ambientalisti
 
                                    
                                
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                        Resta alta la tensione sul progetto Badia del Vento che prevede sette pale eoliche alte 180/200 metri al confine tra Toscana ed Emilia Romagna, a due passi dal comune di Casteldelci in Alta Valmarecchia. Gli incartamenti sono arrivati a Roma e dalla prima conferenza dei servizi del 30 settembre sono emerse indicazioni negative da parte del Ministero. Un diniego che si aggiunge a quelli della stessa Emilia Romagna, della soprintendenza e delle Marche, oltre al no dei comuni della Valmarecchia e non solo. La Toscana però vuole l'impianto. Però se dovesse arrivare il via libera definitivo l'assessora emiliano romagnola Irene Priolo ha già anticipato il sostegno all'eventuale ricorso del comune di Casteldelci. Ed è battaglia non solo tra regioni ma anche tra associazioni ambientaliste. Se da un lato infatti Legambiente sostiene il progetto e contesta la scelta della Regione bollandola come "incoerente", dall'altro la coalizione TESS (che riunisce diverse sigle come WWF, Italia Nostra e Cai) è pronta a sostenere l'Emilia Romagna nella sua decisione di opporsi.
La nota di Legambiente
 A sostegno della decisione della Regione Emilia-Romagna di opporsi al progetto eolico “Badia del Vento”, si schierano numerose realtà ambientaliste e territoriali: Italia Nostra (sezioni di Arezzo, Firenze, Valmarecchia e Maremma Toscana), WWF (sezioni di Rimini e Forlì-Cesena), Club Alpino Italiano – Regione Toscana, Amici della Terra, Altura, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Coalizione TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione, Atto Primo – Salute, Ambiente, Cultura ODV, insieme a decine di comitati e associazioni locali dell’Appennino tosco-romagnolo e marchigiano, tra cui Crinali Liberi Londa, Comitato Tutela Crinale Mugellano, Appennino Sostenibile, Crinali Bene Comune, Salviamo l’Appennino Faentino Forlivese, Parma Città Pubblica APS e molte altre realtà riunite nella difesa del paesaggio e delle comunità di montagna.
Le associazioni firmatarie, impegnate nella promozione di una transizione ecologica autentica e rispettosa del territorio, esprimono il loro convinto sostegno alla Regione Emilia-Romagna per la decisione di opporsi al progetto eolico "Badia del Vento" al confine con il Comune di Casteldelci, auspicando nel contempo l’intervento da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri per scongiurare uno scempio ambientale e paesaggistico senza precedenti nel cuore del Montefeltro.
Si tratta di una scelta di grande responsabilità, che mette al centro la tutela del paesaggio, della biodiversità e della sicurezza idrogeologica. Non possiamo accettare che l’energia rinnovabile diventi un pretesto per interventi invasivi su territori fragili, dove l’abbattimento di boschi, la movimentazione del suolo e l’installazione di strutture alte centinaia di metri rischiano di trasformare un paesaggio unico in un’area profondamente compromessa.
Le associazioni vogliono esprimere il loro pieno sostegno e apprezzamento a Michele de Pascale e Irene Priolo per il loro impegno nel promuovere politiche energetiche coerenti, attente ai territori e rispettose delle comunità locali. La transizione ecologica non può ridursi a slogan. Deve essere reale e coerente: produrre energia pulita non basta se i costi ambientali e sociali ricadono sul territorio, mentre i beneficiconcreti restano limitati ai proponenti e ai proprietari terrieri. Progetti come “Badia del Vento” si sostengono grazie a ingenti incentivi pubblici, miliardi di euro puntualmente scaricati sulle bollette dei cittadini e delle imprese.
Va inoltre ribadito il gravissimo comportamento della Regione Toscana: mentre boccia sistematicamente impianti eolici in territori come le Crete Senesi, la Maremma e altre zone iconiche del paesaggio toscano, autorizza senza esitazioni progetti sulle aree di confine e in quelle più deboli, come nel caso di Badia del Vento, in un atteggiamento di prevaricazione inaccettabile e profondamente irrispettoso delle comunità confinanti.
Sostenere la Regione Emilia-Romagna significa difendere non solo boschi, montagne e fiumi, ma proteggere il paesaggio che costituisce l’anima del nostro turismo, base vitale delle comunità locali e motore economico del territorio. In un Paese dove il turismo rappresenta una parte rilevante dell’economia e le scelte ambientali influenzano sempre di più la scelta dei visitatori, non possiamo permettere che questi luoghi vengano sacrificati per un modello di “energia pulita” che scarica i costi sul territorio, sulle imprese, sulle persone. La vera sostenibilità richiede equilibrio, scelte ponderate e piena attenzione ai territori più fragili: solo così la transizione energetica sarà un vero investimento per il futuro, non una resa al profitto immediato e al degrado del patrimonio comune.”








 
                            




