Acer, 36 nuovi alloggi in arrivo per rispondere all'emergenza casa


La crisi dell'abitare rappresenta in tutta l'Emilia Romagna uno dei nodi più stringenti da sciogliere. In provincia di Rimini le liste di attesa per l'assegnazione di una casa popolare toccano le 3.000 unità. A questi numeri si aggiungono i costi per l'affitto di un immobile, che per i lavoratori stagionali o fuori sede, incidono sullo stipendio medio per circa il 40%. La Regione Emilia Romagna ha risposto con risorse finanziarie pari a 630.900.000 Euro destinati ad Acer Rimini per il rispristino di 34 alloggi di Erp distribuiti su tutta la provincia. In città verranno invece realizzati 36 nuove unità abitative nell'area dell'ex questura, i cui lavori partiranno per l'inizio dell'estate 2026. Le ultime costruzioni realizzate da Acer per far fronte all'emergenza casa risalivano al 2011, e in questi quattordici anni a fronte dell'aumento delle richieste per l'assegnazione di una casa popolare, non è corrisposto un incremento di fondi destinati a nuove costruzioni. Una delle problematiche principali si conferma la morosità da parte degli affittuari che nonostante abbia registrato un calo di nell'ultimo anno, incide sugli investimenti da poter mettere in campo. Attualmente la morosità di ERP è in diminuzione attestandosi ad una percentuale del 9,88%, rispetto all’11,22% del 2023. La morosità nell’ERS è pari invece al 13,09%, in diminuzione rispetto al 2023 dove si attestava al 15,23%.La media provinciale dei canoni mensili negli alloggi di ERP è pari a Euro 168,97. Il canone medio negli alloggi ERS è pari ad 354 euro. Il monte canoni rappresenta ad oggi per ACER l’unica risorsa finanziaria su cui poter contare per far fronte ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Per l’anno 2024 la spesa per gli interventi effettuati è stata pari a 2.476.161 euro. Dalla sua nascita ACER Rimini ha realizzato tra ERP ed ERS circa 700 nuovi alloggi di edilizia popolare, questi ultimi rientranti nell’ultimo piano nazionale di nuove realizzazioni di alloggi pubblici a canone calmierato, risalente ai primi anni 2000. Programma che si è poi concluso definitivamente. Allo stato attuale, si valuta che ne servirebbero più o meno altrettanti, per poter soddisfare tutte le richieste in ambito provinciale.