Accusato di abusi dalla figlia, padre rischia 12 anni di carcere


E' a processo per aver tenuto sotto scacco per anni l’intera famiglia, sottoposta a maltrattamenti di ogni tipo, e per aver abusato della figlia maggiore quando era ancora minorenne. Era stata proprio la vittima a contattare su Instagram l’associazione antiviolenza “Rompi il Silenzio” di Rimini e a raccontare in chat le violenze sessuali subìte dal padre, ma anche le botte ricevute dopo ogni rifiuto o tentativo di opporsi. Percosse che toccavano quasi settimanalmente anche alla madre, costretta a chiedere l’elemosina, alla sorella minore e al fratello. Per l'uomo di nazionalità rumena, che oggi ha 50 anni e che al termine dell'indagine della Squadra Mobile di Rimini fu arrestato, il pubblico ministero Davide Ercolani ha chiesto una pena complessiva a 12 anni di reclusione.
La vittima, che oggi ha 25 anni, i suoi fratelli e la loro madre erano da tempo vittime di un padre violento e senza scrupoli. Al centro dei suoi malati desideri sessuali era finita la figlia maggiore, che dagli 11 ai 13 anni è stata più volte molestata e abusata. Le violenze avvenivano quando i due rimanevano soli, all’interno delle mura domestiche come all’esterno. Nel corso del processo, che si celebra con rito abbreviato, è stata sentita la sorella minore, l'unica che finora aveva protetto il padre dalle accuse dei familiari. La giovane, durante la sua audizione, protetta da un paravento, ha anche lei accusato il genitore, svelando di essere stata minacciata di morte proprio dal padre se avesse raccontato la verità. Il gup Raffaele Deflorio ha fissato la prossima udienza al 16 luglio per le repliche della difesa e la lettura della sentenza.