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Lions Club Rimini

Oltre ogni limite: abbattare le barriere fisiche e mentali

In foto: Lions Club Rimini Malatesta
Lions Club Rimini Malatesta
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Ven 10 Ott 2025 12:44 ~ ultimo agg. 12:57
Tempo di lettura 2 min

Oltre ogni limite è il progetto del Lions Club Rimini Malatesta nato con l'obiettivo di abbattare, attraveso azioni concrete e partecipate, le barriere fisiche, mentali, culturali e sociali, siano esse barriere che limitano le persone con disabilità fisiche, sensoriali e cognitive, oppure barriere culturali legate alla differenza di genere che contribuiscono alla violenza sulle donne, violenza verbale, psicologica e sociale, o ancora quelle culturali sull'immigrazione, la diffusione di pregiudizi e stereotipi che impediscono il pieno inserimento sociale.

Il progetto si sviluppa su una serie di eventi a cadenza mensile oltre a due eventi principali.

Proprio all'interno di questa cornice si è svolta giovedì sera (9 ottobre) una “Cena al buio” presso la Sala Parrocchiale di San Lorenzo in Correggiano. 

All’evento hanno preso parte i soci dei Lions Club Rimini Host, Inner Wheel , Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti ,di altri club del territorio, insieme a numerosi ospiti e simpatizzanti.

L’iniziativa ha offerto ai partecipanti l’esperienza diretta di una cena in totale oscurità, un’occasione per comprendere le difficoltà quotidiane vissute da chi convive con disabilità visive e sensoriali.

Il ricavato della serata sarà destinato a finanziare un progetto di abbattimento delle barriere architettoniche concordato con il Comune di Rimini, in linea con la missione lionistica di servizio concreto alla comunità e di promozione dell’inclusione sociale.

Il prossimo evento in calendario, in programma venerdì 24 ttobre, dal titolo Nelle scarpe dell’altro - la valigia che farei è una cena con testimonianza e simulazione della fuga da un paese in guerra presso la trattoria Sonia in via Santa Cristina, 30, a Rimini. Ogni partecipante deve “preparare” una valigia con solo 5 oggetti simbolici, per provare a comprendere la fragilità del vissuto migratorio e attivare empatia.

 

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di Roberto Bonfantini
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