Indietro
menu
e il comitato incalza

Una serata alla festa dell'Unità riaccende il dibattito sulla Valmarecchia

In foto: la Valmarecchia
la Valmarecchia
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
dom 1 set 2024 14:24 ~ ultimo agg. 2 set 15:59
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La Valmarecchia (ma alcuni ragionamenti sono estendibili anche alla Valconca e le altre aree dell’entroterra riminese), le sue potenzialità cosi come le problematiche che vive a partire dallo spopolamento nei giorni scorsi sono stati al centro di una serata della Festa dell’Unità di Santarcangelo. Sul tema hanno detto la loro, proponendo qualche ricetta per la crescita del territorio il presidente della Provincia Jamil Sadegholvaad e la ex sindaca di Santarcangelo Alice Parma. Riflessioni che hanno trovato la pronta risposta, critica, del Comitato Valmarecchia Futura.

Sadegholvaad è partito da alcuni numeri che fotografano una continua emorragia di popolazione: “Al censimento della popolazione del 1961 gli abitanti ufficiali della Valmarecchia erano 43.774, residenti in 11 Comuni vale a dire i 7 dell’alta Valmarecchia + i 4 più a valle, Torriana, Poggio Berni, Verucchio e Santarcangelo. Di quei 43.774 il 52,7 per cento (23.102) viveva nei sette Comuni dell’alta Valmarecchia mentre il 47,3 per cento (20.672) nella bassa valle. Spostiamoci di qualche anno, esattamente al 2019, ultimo anno prima della pandemia. Stessa analisi ma con risultati opposti: al 31 dicembre del 2019 vivevano nei Comuni della Valmarecchia (ridottisi a 10 per la fusione tra Torriana e Poggio Berni) 54.326 persone, con un aumento di 10.552 residenti rispetto al 1961. Ma di quei 54.326 ben il 68,8 per cento risiedevano nella pianura mentre l’alta valle, in precedenza predominante, riduceva il suo peso al 31,2 per cento. In 40 anni scarsi c’è stato dunque un radicale ribaltamento demografico, uno scivolare a valle verso Rimini degli abitanti e uno spopolamento progressivo della collina e della montagna. Se andassimo oggi a aggiornare quei numeri probabilmente sarebbero ancora più impietosi. Negli ultimi 10 anni, probabilmente anche a causa dell’accentuarsi della crisi economica e con il ciclone della pandemia, non si è arrestata l’emorragia demografica dei Comuni della fascia collinare e montana”.

Come è possibile invertire il trend? “La popolazione non la si riporta in quei Comuni con le belle parole“. – ha detto il presidente della provincia. Le ricette sono lavorare su potenziamento dei servizi, in primis quelli sanitari, trasporto pubblico e lavoro, perchè altrimenti l’entroterra sarà sempre di più  e solo luogo di seconde case o di gite domenicali fuori porta. “Per far vivere le aree interne, al di là di tutte le questioni specifiche, occorre semplicemente che una famiglia giovane con figli non debba fare ogni giorno centinaia di km per andare al lavoro o accompagnare il figlio in palestra o fare spesa all’alimentari o prendere un appuntamento per una visita sanitaria. La necessità di consolidare il collegamento tra mare e collina in chiave turistica è un obiettivo primario che fa bene a tutti ma non possiamo raccontarci che il futuro della Valmarecchia e della Valconca sia legato solo e soltanto a questo.

Proposte concrete sono arrivate dall’ex sindaca Alice Parma: “No al Parco Eolico di Casteldelci, sì a comunità energetiche tra Comuni e aziende, servizi socio sanitari per la valle e gli istituti scolastici in ogni area. E ancora mantenere il lavoro e produrre buon lavoro:: penso al prolungamento del Metrmnare, il collegamento con il trasporto pubblico e e alla messa in sicurezza della Marecchiese per chi non può usufruire di altra tipologia di trasporto. Vanno inoltre supportate le cooperative di comunità dei piccoli negozi di alimentari e di commercio, senza dimenticare il turismo dell’entroterra“.

Non si è fatta attendere la riflessioni, a tratti molto critica, del Comitato Valmarecchia Futura. “Jamil Sadegholvaad ha già segnalato in passato il rischio di una Valmarecchia spaccata, desertificata, scollegata dalla Riviera, buona solo per il pic-nic domenicale. Il problema è che la sua Provincia agisce proprio al contrario, nei fatti, da sempre. I suoi funzionari agiscono diversamente e proprio il recente PTAV (Piano Territoriale di Area Vasta) della Provincia va proprio in senso opposto. Idem la Regione, che storicamente ignora la Marecchiese nei suoi documenti di programmazione. Analogamente l’ex sindaca Alice Parma, la più assente nel dialogo sulla Marecchiese in questi anni. Assente, ma fortemente impegnata ad evitare che la ‘sua’ Santarcangelo fosse interessata da qualsiasi intervento utile a connetterla con l’Alta Valle. Certo, bene il Metromare e tutto quel che – giustamente – serve a collegarla con la Riviera, ma rispetto alla Valmarecchia ha sempre manifestato disinteresse. Vorremmo andare oltre le scontate ricette, le stesse proposte da 30 anni, per fare una domanda ad Alice Parma: i servizi di cui parla, compresi quelli in ambito sanitario, come si migliorano se per raggiungere un ospedale e muovere un’ambulanza, serve un viaggio della speranza lungo la Marecchiese? La strada è insicura, condividiamo, ma per renderla sicura e utile non servono biciclette e uccellini che cinguettano al posto delle macchine. Perché la gente deve muoversi e deve farlo in tempi sostenibili con quelli della famiglia e del lavoro. Non è il trasporto pubblico la soluzione di tutti i problemi. E’ una visione miope, che purtroppo mostra poca conoscenza della realtà.

Ora la Marecchiese, tornata sotto il controllo di ANAS, attende le proposte progettuali che il viceministro Bignami aveva preannunciato per inizio autunno. “Abbiamo anche un sogno – conclude il comitato –: connettere la valle alla Toscana e a San Marino molto meglio di ora. Dovrebbe essere chiaro quali benefici se ne trarrebbero. Abbiamo lavorato per questo, accogliendo le adesioni dei territori interessati”.