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dichiarazioni del 2023

In provincia tanti, troppi, redditi bassi. Magrini: sensibile percentuale di evasione

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 24 apr 2024 14:17 ~ ultimo agg. 25 apr 11:48
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In provincia di Rimini è Montegridolfo, con 21mila euro, il comune con il reddito medio più alto. Seguono Rimini con 20.259 e, a ruota, San Giovanni in Marignano con 20.019. Riccione resta sotto i 20mila euro, con 19.889, cosi anche Cattolica 19.743, Santarcangelo 19.627 e Misano 19.237. Un poco più distaccata, tra i comuni più grandi, Bellaria 18.226.  I redditi più bassi sono a Casteldelci: 15.118. Il reddito medio nazionale è di 23.650 euro. In quasi tutti i 27 comuni, i dati sono relativi alle dichiarazioni 2023, emergono numeri in deciso aumento rispetto all’anno precedente. In totale in provincia sono 267.044 i contribuenti. La fascia di reddito più rappresentata è quella tra i 15 e i 26mila euro, il 30%, c’è però anche un preoccupante 27,7% di persone che denuncia tra 0 e 10 mila euro. Poco più del 13% dei contribuenti denuncia tra i 10 e 15 mila euro , il 21,4% tra i 26 e i 55mila. Solo il 2% denuncia tra 55 e 75mila euro annui e solo lo 0,88% più di 120 mila euro. Sono 2.368 contribuenti in tutta la provincia. Dati che portano l’assessore al bilancio del comune di Rimini Juri Magrini a due considerazioni, in particolare sulla piaga dell’evasione fiscale, che purtroppo si può nascondere sotto dichiarazioni con cifre basse. “La prima è che le dichiarazioni 2023, relative all’anno fiscale 2022, fotografano anche da noi una crescita evidente dopo i due anni Covid. A Rimini, ad esempio, il reddito cresce del 4,2 per cento da un anno all’altro. La seconda considerazione, in linea con il dato nazionale ma non è motivo di vanto, è che il reddito dichiarato nella nostra provincia oltre i 55mila euro non arriva al 5 per cento del totale. A prescindere da ogni lettura sulle difficoltà e sulla crisi, che indubbiamente negli ultimi 10 anni ha colpito duro e tutti, è chiaro che c’è in Italia e anche sul nostro territorio ancora una percentuale sensibile e di sommerso e di evaso. E questo, lo si è detto mille volte ma vale la pena ripeterlo, danneggia tutti. Le tasse alimentano quella rete di servizi primari che si chiama sanità, scuola, insegnanti, medici, infermieri, strutture ospedaliere, strade, servizi pubblici, forze dell’ordine. Possiamo sinceramente permetterci di titolare, ancora nel 2024, che i due terzi delle imposte pagate gravano su appena il 20 per cento delle persone e cioè dipendenti e pensionati tassati alla fonte?