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verdetto entro marzo

Capitale della Cultura. Rimini gioca le sue carte di stupore, progetti e identità romagnola

In foto: dalla diretta streaming del Ministero della Cultura
dalla diretta streaming del Ministero della Cultura
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 5 mar 2024 13:31 ~ ultimo agg. 6 mar 10:09
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Una presentazione meno istituzionale rispetto ad altre giocata, più che su un elenco dei singoli progetti, su valori e idee e anche su qualche soluzione “scenica” a effetto. Questa mattina nella sede del Ministero della Cultura è toccato a Rimini presentare la propria candidatura a Capitale della Cultura 2026, nella due giorni dedicata alle dieci finaliste. Il sindaco Sadegholvaad ha aperto con una foto di Paolo Di Paolo del 1959, “La prima volta al mare”, per raccontare lo stupore che Rimini ha da sempre saputo dare agli italiani. Col mare e oggi non più solo col mare. Poi è toccato a Diletta, una giovane riminese coinvolta in percorsi teatrali, prima in un video (che gioca, tra l’altro, anche sulla sua somiglianza con Francesca da Rimini), e poi dal vivo, con voce comprensibilmente emozionata ma appassionante nel suo intervento. Quindi le due direttrici della candidatura, Francesca Bertoglio e Cristina Carlini e il direttore del Meeting Emanuele Forlani. L’assessore regionale alla cultura Mauro Felicori parla di “candidatura generosa”, per la sua spontanea apertura a tutta la Romagna, “sostenibile” dal punto di vista economico e “ambiziosa”. In mezzo, il video di Federico Mecozzi che interpreta Romagna Mia con il suo violino nella fontana davanti a Castel Sismondo e di due ballerini che da Rimini portano i loro passi di danza in diverse piazze della Romagna.

Nella seconda parte, dedicata alle domande della commissione, c’è spazio anche per il sindaco di Ravenna Michele De Pascale. Si parla di accessibilità culturale, di progetti condivisi a livello regionale, ma anche di conti: nove milioni di euro il budget complessivo della candidatura – di cui 6 milioni di fondi pubblici e tre provenienti dai privati. Un capitolo importante comprenderà anche una produzione video per documentare cosa sarà successo in Romagna mille giorni dopo l’alluvione. Un progetto che sarà realizzato indipendentemente dall’esito della candidatura è quello di un hub per i giovani con un cantiere per il cinema e uno per la moda.

L’appello finale è stato affiato alle voci, oltre che di Sadegholvaad, ai sindaci di Ravenna, Faenza e Lugo, e agli assessori alla cultura di Ravenna e Cesena, per testimoniare che la Romagna ha una sua precisa identità culturale al di là delle identità amministrative. L’esito delle valutazioni della commissione si conoscerà entro fine mese.

Le presentazioni di oggi (Rimini è la terza candidata dopo Lucera e Maratea)