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di carlo alberto pari

La disumanità non si combatte con disumanità. Una riflessione

In foto: Agenzia SIR
Agenzia SIR
di Ospite   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 3 dic 2023 07:55 ~ ultimo agg. 1 dic 17:56
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Sarebbe estremamente complesso ed assai soggettivo, entrare in merito alle ragioni della storica contesa tra Israele e la Palestina, un conflitto che si protrae da oltre mezzo secolo, senza alcuna soluzione di causa. Di certo però, l’attacco perpetrato ai danni d’Israele, ove sono stati prelevati centinaia di ostaggi, uccise oltre 1.400 persone, tra uomini, donne, bambini, in diversi casi torturando o facendo scempio dei corpi, è un atto orrendo, di natura terroristica, difficilmente inquadrabile in azione di guerra, eseguito con esecrabile ferocia e disumanità.
Di certo però, ad un atto terroristico, seppure orrendo, una Nazione democratica dovrebbe rispondere in modo consono, mettendo in atto ogni azione ed ogni forza disponibile per la ricerca dei colpevoli, per poi punirli pesantemente, ma sempre rapportandosi alle norme, nazionali ed internazionali. Da quanto ci perviene, la risposta ha colpito pesantemente anche la popolazione civile, obbligatoriamente circoscritta in un perimetro chiuso, senza possibilità di scampo, non di rado, privata di energia elettrica, cibo, acqua e medicinali. E’ difficile, persino immaginare la mano di un militare di una Nazione civile e democratica, che sgancia bombe su persone inermi, per punire i terroristi in mezzo a loro. Con quale umanità si colpiscono i bambini, gli anziani, i malati, le donne, ma anche gli uomini, in tanti casi, probabilmente usati come scudi dai terroristi, anche negli ospedali. In poco più di un mese, il numero di morti segnalati supera i 14.000, tra i quali, circa 6.000 bambini e 4000 donne !
Quale risultato si può ottenere, combattendo in questo modo la disumanità di un atto terroristico efferato? Con buona presunzione, i terroristi moltiplicheranno i loro adepti, perché chiunque ha subito morti o feriti nella propria famiglia, soprattutto se incolpevoli, cercherà vendetta, alimentando una spirale d’odio per chissà quante altre generazioni. Un’azione terroristica, per quanto orrenda, si combatte con veemenza, ma con i tempi ed i mezzi inquadrabili in perimetri di civiltà e giustizia, che giustifica e regolamenta la difesa, il cui fine, è avulso dallo straziare incolpevoli, per punire in mezzo a loro, pochi, o tanti rei.

Buone feste e Sereno 2024 a tutti i lettori, arrivederci al nuovo anno.
Carlo Alberto Pari