A un mese dalla morte di Samuel ancora nessun indagato


Era il 31 agosto quando la vita della famiglia riminese Imbuzan è stata stravolta per sempre. Una fiammata fortissima e improvvisa ha travolto e incenerito il camper nel quale era presente Samuel, 11 anni, morto carbonizzato nonostante i disperati tentativi di salvarlo da parte del padre Daniel Romulus, che ha riportato gravi ustioni sul 40% del corpo.
A un mese dalla tragedia la Procura di Tempio prosegue le indagini, delegate ai carabinieri di Olbia, che stanno svolgendo i cosiddetti accertamenti irreperibili sui rottami del camper, ma in particolare sulla bombola del gas e sul fornellino da cucina, ritenuti la prima causa della fiammata che ha innescato l’esplosione e poi il rogo nel campeggio improvvisato alle spalle della spiaggia di Bados (in Sardegna), in uno spiazzo ricoperto di macchia mediterranea. E’ lì che la famiglia Imbuzan aveva deciso di posteggiare il suo camper insieme a quello di una coppia di amici italo-rumeni, sempre residente a Rimini. A loro si erano aggiunti altri connazionali, la famiglia Radu, proveniente dalla Romania, in caravan.
Apparterrebbe proprio ai Radu il fornellino da cucina incriminato, il cui tubo, collegato alla bombola del gas in maniera forse poco sicura, si sarebbe sganciato all’improvviso mentre il fuoco era acceso all’esterno dei mezzi. La successiva fiammata avrebbe raggiunto la bombola facendola poi esplodere. Ad oggi, nell’inchiesta aperta dalla procura contro ignoti per omicidio colposo, non figurano ancora persone iscritte nel registro degli indagati. Si attendono prima i risultati definitivi degli accertamenti tecnici.
L’avvocato della famiglia Imbuzan, Antonello Desini del foro di Olbia, resta in attesa di sviluppi. Stretti ancora nel dolore i genitori di Samuel, mamma Tatiana e papà Romulus, sorretti dall’amore dei due figli maggiori, Giada e Thomas, e dall’affetto degli amici.