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Nell’anno europeo delle competenze la regione Emilia Romagna investe per incentivare l’aumento del numero dei laureati e soprattutto per favorire una migliore connessione tra formazione accademica e mondo delle imprese.
Per farlo mette a disposizione 2 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo Plus per finanziare il reclutamento da parte degli Atenei regionali di 15 ricercatori, che saranno coinvolti per rafforzare e qualificare l’offerta dei 12 corsi di laurea triennale a orientamento professionale dell’Anno Accademico 2023-2024, di cui 3 di nuova attivazione.
Newsroom Università: 2 milioni di euro per 15 nuovi ricercatori
Obiettivi che sono stati illustrati lunedì mattina, 15 maggio, nella conferenza stampa dell’assessora regionale alla Scuola, Università e Agenda digitale, Paola Salomoni.
“Con questo investimento vogliamo sostenere la qualificazione e il rafforzamento dell’offerta di formazione terziaria universitaria a orientamento professionale che trova primo riferimento nel Patto per il Lavoro e per il Clima – ha commentato l’assessora all’Università e Ricerca, Paola Salomoni-. Nell’anno europeo delle competenze sosteniamo le Lauree Professionalizzanti delle nostre Università per aumentare il numero dei nostri laureati e per promuovere maggiore connessione tra formazione accademica e sistema delle imprese, incentivando un maggiore dialogo tra i fabbisogni di conoscenze e competenze e i fabbisogni formativi e professionali espressi dalle imprese”.
I 15 ricercatori che verranno arruolati dai quattro Atenei dell’Emilia-Romagna, oltre al tutoraggio degli studenti e alla didattica frontale, dovranno affiancare i coordinatori dei corsi di laurea nei rapporti con le imprese partner e nella gestione e programmazione dei tirocini e contribuire alla realizzazione dei progetti di ricerca industriale.
L’Emilia-Romagna, come attestano gli ultimi dati Istat riferiti al 2022, è sul gradino più alto del podio a livello nazionale per quanto riguarda la percentuale di popolazione giovanile tra i 30-34 anni con un titolo di studio di livello universitario, con un tasso del 33,2% rispetto al 26,8% nazionale. Un primato merito soprattutto della componente femminile, che arriva a toccare il 42,4%, contro il 24,2% di quella maschile.
I ricercatori arruolati grazie al sostegno della Regione
Le Università potranno presentare candidature costituite da progetti, ciascuno dei quali con riferimento a un singolo corso di laurea ad orientamento professionale, con la relativa sede di realizzazione. Tra gli obiettivi generali a cui devono guardare i progetti, la Strategia Regionale Sviluppo Sostenibile Agenda 2030, la Strategia di Specializzazione Intelligente 2021-2027 e il Programma Regionale FSE+ con cui è finanziata l’iniziativa.
Entro il 30 novembre le Università dovranno avviare le procedure per l’assunzione, con costo a carico della Regione, stipendio, oneri previdenziali e rimborso spese per trasferte compresi, mentre i contratti dei singoli ricercatori dovranno essere sottoscritti entro il 31 marzo 2024.
I corsi di laurea ad orientamento professionale
I corsi di laurea triennale a orientamento professionale, o professionalizzanti, sono una novità introdotta recentemente nel panorama nazionale della formazione universitaria e sono finalizzati a formare tecnici ad elevata specializzazione nei settori economici dove è più avvertita la mancanza di personale specializzato con adeguata professionalità.
L’altro tratto distintivo è la stretta connessione con il mondo delle imprese, che partecipano direttamente, in veste di aziende partner, alla progettazione e messa a punto del percorso di studi: alle lezioni teoriche si affiancano infatti la formazione in laboratorio e un’attività finale di tirocinio in azienda, una formula che consente agli studenti di acquisire e sperimentare direttamente sul campo le conoscenze apprese in aula. In questo modo, alla fine del triennio di formazione, i neolaureati hanno già acquisito le competenze necessarie per inserirsi subito al lavoro.