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di carlo alberto pari

I disagi del PS di Santarcangelo chiuso dalle 20. Una riflessione-denuncia

In foto: il Franchini
il Franchini
di Ospite   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 28 mag 2023 08:05 ~ ultimo agg. 26 mag 12:23
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Una denuncia al sistema sanitario locale che parte da un’esperienza personale, quella di Carlo Alberto Pari, esperto di economia di cui avete letto alcuni articoli già sul sito newsrimini. Oggi interviene raccontando ciò che gli è capitato qualche giorno fa, nelle necessità di una necessità di tipo medico.

Quando la sanità trasuda disumanità
Sono costretto a raccontare una storia personale, perché sintomatica di una grave criticità, con la speranza di interventi immediati ed adeguati, che non permettano possa accadere ad altri. Sintetizzo. Un taglio ad un dito, poi sistemato con sei punti di sutura in un pollice. E’ la storia che è deplorevole. Verso le ore 21 di sabato sera 20 maggio 2023, la ferita che avevo tamponato ha iniziato a perdere sangue molto copiosamente, non riuscivo a fermarlo. Abito a Santarcangelo di Romagna, sapevo bene che il Pronto Soccorso chiude alle 20 (dopo innumerevoli promesse di riapertura H24), ma arrivare a Rimini avrebbe potuto essere problematico, in una situazione di emergenza come la perdita di sangue. Mi sono recato all’Ospedale di Santarcangelo, sperando mi tamponassero semplicemente la fuoriuscita, per poi mandarmi al Pronto Soccorso di Rimini. Sono arrivato insieme a mio figlio, abbiamo ripetutamente bussato alle porte dell’Ospedale, anche con veemenza, ma non ci hanno aperto. Mi domando: non hanno sentito nonostante l’insistenza? Sono disposizioni ? Nel secondo caso sarebbe molto grave, se si fosse presentato qualcuno con una ferita sanguinante all’arteria femorale o in altri punti vitali, o un inizio d’ infarto, sarebbe probabilmente morto davanti alla porta. Capisco le problematiche, ma un’Ospedale, non può non aprire! Spero che i lettori riflettano, è una storia che potrebbe capitare a chiunque. Concludo il racconto, sintomatico anche nella seconda parte. Avevamo due scelte, o sfondare la porta dell’ospedale, o ripartire per Rimini. Abbiamo optato per la civiltà. A Rimini mi hanno subito preso in carico e tamponato la fuoriuscita di sangue. Poi, ho atteso 5 ore, fino alle 3 di mattina, per la visita e la sutura, effettuata con gentilezza e professionalità dal medico e dall’infermiera. Il pronto Soccorso della città Romagnola è una sorta di imbuto, dove arrivano pazienti da ogni dove (essendo chiuso anche Santarcangelo). Inoltre, non essendoci probabilmente personale sufficiente, se non si è in pericolo di vita, si passa (giustamente) sempre in coda rispetto ai pazienti più gravi, ma in questo modo, chi ha comunque bisogno di cure, ma non rischia la vita, indipendentemente dall’età (salvo pediatrico) è costretto ad attendere in condizioni di disagio moltissime ore, senza alcuna certezza sui tempi necessari! L’organizzazione, non è certo colpa del personale. Immagino che la dirigenza risponderebbe : stiamo lavorando per migliorare, non abbiamo fondi sufficienti, manca il personale e soprattutto i medici. Credo però che una dirigenza molto ben remunerata, serva a risolvere i problemi, non ad elencarli, altrimenti, sarebbe sufficiente un ruolo ben inferiore.

Intanto, è necessario iniziare a reagire. Il Comitato di Cittadini Sant’Ermete e San Martino, cittadini in allerta, ha lanciato una petizione: Pronto soccorso di Santarcangelo aperto H24. Aderire non porta benefici solo ai santarcangiolesi ma a tutti i residenti nelle zone militroge, da Savignano a Verucchio, compreso le frazione di Vergiano e Corpolò. Un bacino di utenza enorme senza un servizio fondamentale. I vantaggi sarebbero anche per i riminesi perchè si attenuerebbe l’imbuto al pronto soccorso. Prima di organizzare pacifiche, ma eclatanti proteste, iniziamo a firmare la petizione on line, il fine, è solo quello di migliorare i servizi fondamentali, fulcro di uguaglianza, umanità e civiltà.

https://chng.it/jyBPvHSN