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Rapporto Economia

Difficile ma positivo. Il 2022 dell'economia riminese: +4% il valore aggiunto

In foto: Carlo Battistini
Carlo Battistini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
gio 30 mar 2023 17:17
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Il tessuto economico di Rimini ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato del 4%, superiore al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’Economia presentato dalla Camera di Commercio della Romagna. Al netto delle incognite dovute alle dinamiche economiche e geopolitiche internazionali, le previsioni per il 2023 indicano un ulteriore aumento (anche se molto più contenuto) dello 0,5% (in linea con l’Emilia-Romagna). Ampliando lo sguardo ai vari indicatori delle performance economiche, l’anno che si è chiuso, pur caratterizzato difficoltà straordinarie e impreviste, può ritenersi positivo per la provincia di Rimini:

– aumentano le sedi di impresa e delle localizzazioni
– cresce la PLV agricola
– positive le variabili congiunturali del Manifatturiero anche se in rallentamento
– cresce il volume d’affari nelle Costruzioni
– segno più per le vendite del Commercio al dettaglio
– le esportazioni crescono ad un ritmo maggiore di quello regionale
– aumentano arrivi e presenze turistiche, anche se non sono ancora stati recuperati i numeri pre-Covid
– si riducono le ore autorizzate di CIG
– cala il tasso di disoccupazione, anche se resta relativamente elevato e superiore a quello regionale
– si segnala il recupero dell’artigianato
– cooperazione in ripresa con aumento delle imprese e del fatturato

I dati economici di sintesi dell’area Romagna e provincia Forlì-Cesena e Rimini (aggiornamento al 30 marzo 2023)

 L’analisi di Carlo Battistini
presidente della Camera di commercio della Romagna

Le idee trainano il cambiamento ma un’economia buona dipende dalle scelte che vengono fatte sulla base dei dati e della realtà, non su teorie con il paraocchi. Guardiamo insieme i dati dell’ultimo anno.
L’andamento nel 2022
Nel 2022, nel territorio della Romagna (FC-RN), si registrano molti indicatori positivi che proseguono il trend di crescita iniziato nel 2021, nonostante le difficoltà straordinarie e impreviste.
Aumento del numero delle imprese e delle localizzazioni; netto incremento del valore aggiunto; miglioramento dei fondamentali del mercato del lavoro; crescita della produzione industriale maggiore rispetto al trend regionale; aumento sostenuto delle esportazioni; incremento delle presenze turistiche.
Le due province di Forlì-Cesena e Rimini sono sempre state caratterizzate da una realtà imprenditoriale articolata: accanto a realtà imprenditoriali di rilievo internazionale, opera un numero elevato di piccole e medie imprese (il 92,5% delle imprese ha meno di 10 addetti) che svolgono un ruolo significativo nella creazione del valore.
Vi sono però anche imprese leader, 4 superano il miliardo di valore della produzione e altre 4 lo raggiungeranno entro il 2024.
Sull’imprenditorialità, a fine 2022, risultano nelle due province 100.741 localizzazioni con 71.657 imprese attive registrate, in crescita nel confronto con il 2021.
La componente principale è data dalle imprese artigiane attive (21.711 unità a fine anno). Si rileva anche la presenza di 147 start-up innovative.
Secondo gli scenari di Prometeia l’area Romagna (FC-RN) ha fatto rilevare nel 2022 un incremento del valore aggiunto stimato al 4,0%, rispetto al +3,9% regionale e al +3,8% nazionale.
Inoltre, in base ai principali indicatori dei bilanci aggregati delle società di capitali in Romagna, con l’ultimo dato disponibile del 2021, il Margine operativo lordo aggregato era pari all’8,7% e il peso degli interessi passivi era lo 0,81% del fatturato.
Rispetto alla struttura finanziaria, il 44,6% delle fonti era coperta dal patrimonio netto. L’area Romagna nel 2022 ha riportato dati medi annui in crescita nel mercato del lavoro:
• tasso di occupazione (15-64 anni) al 67,7% (era al 67,0% nel 2021), ancora minore del dato regionale ma superiore alla media nazionale;
• tasso di disoccupazione al 5,1% (era il 6,3% nel 2021), in linea con quello dell’Emilia-Romagna e migliore del dato Italia.
Nel 2022 le esportazioni totali del territorio di Forlì-Cesena e Rimini sono state pari a 7,550 MLD di euro, con un incremento del 13,2% rispetto al 2021, inferiore però alla variazione regionale (+14,6%) e nazionale (+20,0%).
La Produzione Lorda Vendibile Agricola nel 2022 è aumentata del 24,4% in provincia di Forlì-Cesena e del 17,8% a Rimini.
L’Industria Manifatturiera ha registrato nel 2022 la crescita della produzione industriale del 12,4%; i due settori più performanti sono stati quello dei Macchinari (+28,6%) e delle Calzature (+27,4%).
A Rimini la crescita è stata del 15,4% e diffusa in tutti i settori; i più performanti sono stati l’Alimentare (+34,3%) e la Meccanica (+19,7%).
Il volume d’affari delle costruzioni è aumentato del 10,5% in provincia di FC e del 5,4% in provincia di Rimini.
Le vendite del commercio al dettaglio si sono incrementate del 2,2% a Forlì-Cesena, con un calo del settore alimentare e una crescita dell’extra alimentare, un andamento positivo per le medie e grandi dimensioni e negativo per la piccola distribuzione; in provincia di Rimini l’aumento dell’1,6% è stato diffuso in tutti i settori ed in tutte le classi dimensionali.
I dati del movimento turistico nell’anno 2022, per l’area Romagna, rilevano 4.549.105 arrivi (+23,5%) e 19.992.977 presenze (+18,4%).
Si è registrato un calo del 2,5% nel numero complessivo di cooperative a FC; in provincia di Rimini, invece, si è riscontrato un aumento dell’1,8%.
In provincia di FC nel 2022 i prestiti totali sono aumentati a 11,265 MLD di euro (+1%) e i depositi sono scesi a 12,576 MLD (-1,2%). In provincia di Rimini i prestiti totali sono arrivati a 8,725 MLD (+0,8%) e i depositi sono scesi a 11.268 MLD (-1%).
Nel dettaglio si è verificato un calo dei prestiti alle imprese e un aumento dei prestiti alle famiglie, mentre le sofferenze hanno registrato una sensibile flessione.
I 4 indicatori chiave
Green Economy.
Gli ultimi dati disponibili rilevano in Romagna 1.123 imprese green (il 17,3% delle imprese green regionali), in crescita del 2,5%.
Più della metà delle imprese green si concentra nell’Agroalimentare.
Smart Cities.
Nel 2022 la classifica di ForumPA, elaborata sull’indice di trasformazione digitale nei 108 comuni italiani capoluogo, vede le tre città della Romagna collocate al 15° posto (Rimini), al 20° posto (Cesena) e al 48° posto (Forlì).
Sviluppo sostenibile.
Per i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, il comune di Forlì ha una percentuale complessiva di raggiungimento degli obiettivi che si attesta al 59,6% mentre Rimini è al 56,8%.
Eguaglianza.
Dalla analisi dei redditi dichiarati nelle due province, nei primi vent’anni del nuovo millennio, si può vedere una crescita delle condizioni di benessere diffuso con il numero
dei contribuenti in crescita costante: 375.669 nel 2000, 558.414 nel 2010, 561.764 nel 2020.
Scenari 2023.
Le prospettive per il 2023 elaborate da Prometeia indicano per la Romagna un aumento del valore aggiunto stimato pari allo 0,5% (+0,5% anche per Emilia-Romagna e +0,4% per l’Italia), con un +0,6% delle Costruzioni e un +1,2% dei servizi, a fronte di un -1,2% dell’Agricoltura e un -2% dell’Industria.
Sono previsti in crescita ulteriore l’Export (+3,9%) e l’Occupazione (+0,6%).
Le previsioni per il 2023 del FMI sono di una crescita del PIL mondiale del 2,9% (+0,7% nell’area Euro) con una discesa dell’inflazione globale al 6,6% (al 4,6% nelle economie avanzate).
Il FMI segnala che la crescita potrebbe migliorare, così come vi sono diversi fattori di rischio che potrebbero peggiorarla.
Lo scenario locale mostra che le imprese romagnole in generale oggi sono più solide rispetto a 10 anni fa, perché hanno innovato e si sono patrimonializzate.
Dal 2011 al 2021 le immobilizzazioni delle imprese che hanno depositato i bilanci al Registro imprese della Romagna (6.350 società) sono passate dai 12 MLD di euro agli oltre 16 MLD, con un incremento medio annuo del 3,1%.
Il maggior incremento annuo è avvenuto nell’anno della pandemia (il 2020 con +11,2%).
Nel 2021 il 44% evidenzia liquidità superiore ai debiti; il 56% ha indebitamento finanziario ma margine operativo positivo e solo il 4% ha Ebitda (MOL- margine operativo lordo) negativo.
Anche l’osservatorio sull’innovazione condotto dalla Camera di commercio della Romagna e dal CISE, realizzato per la Regione, hanno confermato la forte spinta agli investimenti.
Gli scenari che le imprese hanno di fronte oggi sono molto diversi: 10 anni fa il problema era la disoccupazione, mentre oggi per tutti i settori si presenta il problema della carenza di personale e di competenze.
Se si osservano i dati, per l’industria c’è la sfida di migliorare la presenza all’estero per ridurre il gap con la media regionale; per l’agricoltura l’aumento delle dimensioni aziendali con la spinta agli investimenti per introdurre intensivamente tecnologie e digitalizzazione; per il turismo la crescita decisa della qualità dell’offerta e della conseguente produttività; per ogni commerciante l’individuazione di un proprio modello di business che sappia confrontarsi con la concorrenza degli operatori on line.
Per i decisori pubblici la sfida 10 anni fa era quella della sostenibilità del debito pubblico e di riduzione della disoccupazione; oggi la sfida è di mantenere la qualità della vita e la coesione sociale, di diffondere la cultura digitale tra tutti i cittadini, di accelerare la transizione green e di non dimenticare la virtuosità del rapporto con il privato sociale.
Sia per le imprese sia per il “pubblico” la strada è quella che il Presidente Mattarella ha tracciato: in presenza di rischi colossali, mantenere alta la credibilità e la reputazione, agire con prudenza e rimanere ben ancorati agli alleati europei ed occidentali.
La sostenibilità climatica resta la sfida che tutti i paesi del mondo devono condividere.
Siamo anche in un tempo di trappola del denaro facile, e di rapidi boom e declino dei mercati, causati dalla fine delle politiche monetarie espansive.
Le crisi del Regno Unito e delle banche statunitensi e svizzere indicano che i maggiori rischi sono esterni all’Unione europea, che sono politici e non solo finanziari, che basta un attimo per dissipare una solida reputazione.
Non dimentichiamo inoltre che la crisi energetica non è scomparsa; l’inverno mite e il veloce adattamento degli italiani che hanno consumato meno in presenza di spropositati aumenti dei prezzi, non fanno esaurire il problema degli approvvigionamenti energetici, ma confermano l’obiettivo di abbandonare i combustibili fossili e di garantire la sicurezza energetica.
Inoltre, sappiamo anche che gli investimenti del PNRR saranno difficilmente completati (dagli alberi nelle città metropolitane alla digitalizzazione della PA) soprattutto dove vi è una centralizzazione della decisione di spesa.
Le autonomie responsabili funzionano meglio di una centralizzazione che non conosce le differenti realtà territoriali: Asti è diversa da Ravenna e Grosseto è diversa da Udine e a livello centrale questo non è così chiaro.
Conclusioni
Ma allo stesso tempo si presentano straordinarie opportunità, sapendo che l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione sono alla portata di ogni impresa, micro, piccola o media.
Per diventare attrattiva la Romagna non deve limitarsi a raccontarsi le sue qualità e le sue innegabili virtù: attrattività significa un sistema orientato all’innovazione, digitalizzazione diffusa in tutti i settori, l’evoluzione del commercio e del turismo in tutte le sue componenti imprenditoriali verso una strategia data driven.
La Camera di Commercio è pienamente al centro di questa trasformazione open innovation: non è un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca.
In Romagna dobbiamo operare in continuità con le alleanze del passato e contemporaneamente in discontinuità per essere attori del cambiamento.
Con la forte spinta del Consiglio e della Giunta, con il convinto sostegno della quasi totalità delle associazioni imprenditoriali, con l’impegno di tutta la struttura della Camera di commercio e del CISE, siamo quindi partner nel Tecnopolo di Bologna per trasferire nel nostro sistema imprenditoriale le opportunità della Big Data Valley e la capacità di calcolo del supercomputer Leonardo; siamo partner del progetto di creazione di una data platform funzionale a far evolvere la qualità dell’offerta turistica; siamo promotori di una piattaforma dell’innovazione aperta e condivisa tra le imprese; siamo partner della sfida della space economy insieme alle altre istituzioni locali; forniamo ad associazioni ed ordini professionali il cruscotto di lettura degli indicatori dei bilanci per accrescere l’accountabiliy delle imprese; monitoriamo attentamente le nuove procedure per prevenire le crisi aziendali; siamo sostenitori convinti delle iniziative e degli eventi che mantengono l’attrattività delle aree interne; supportiamo le misure che fanno crescere gli investimenti nelle imprese agricole; promuoviamo la funzione formativa all’interno delle imprese, per costruire le vere competenze funzionali allo sviluppo dei giovani e delle stesse imprese.
L’obiettivo di tutto ciò è accrescere la produttività del sistema romagnolo, garantire uno sviluppo qualitativo, selezionare un’alta qualità della spesa e praticare realmente l’art.118 della Costituzione che afferma il principio di sussidiarietà tra le distinte funzioni pubbliche e tra queste e l’iniziativa privata.
Sentiamo fino in fondo la responsabilità che il Presidente della Repubblica ha ricordato nel suo messaggio di fine anno: “La Repubblica è nella fatica di chi lavora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione”.