Indietro
menu
la dicitura contestata

'Il vino nuoce alla salute'. Indino sul caso Irlanda: azione ingiusta e pericolosa

In foto: Gianni Indino
Gianni Indino
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 16 gen 2023 12:55 ~ ultimo agg. 12:57
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Confcommercio della provincia di Rimini è a fianco dei produttori e dei commercianti di vino del territorio davanti al silenzio-assenso della UE che di fatto dà la possibilità al governo irlandese di indicare in etichetta la dicitura “il vino nuoce alla salute”.

“Ritengo doveroso un intervento dell’associazione che rappresento – spiega il presidente provinciale Gianni Indinoin merito a questa proposta di legge presentata dall’Irlanda e avvallata dalla Commissione Europea, che rischia di diventare un pesante precedente nocivo per la nostra economia. Se l’Irlanda ritiene giusto e doveroso indicare in etichetta “Il vino uccide” oppure “Il vino nuoce alla salute” o ciò che detterà la fantasia, dal nostro punto di vista si tratta di un attacco commerciale ai prodotti di eccellenza del nostro territorio e dell’Italia intera. Fermo restando che da che mondo è mondo anche la scienza, seppure in maniera indiretta, ha sempre sottolineato che l’assunzione di vino con moderazione porta anche a benefici, non solo per rendere la vita più piacevole, ma anche per contrastare alcune patologie, c’è da aggiungere il valore del vino per la nostra cultura, la nostra identità e anche la nostra economia. Per questo ritengo che la strada da percorrere sia quella di una sensibilizzazione al consumo consapevole e di qualità, cosa che l’Italia e il nostro territorio in particolare sta portando avanti con impegno e ottimi risultati. Non c’è correlazione tra il corretto consumo di vino e le malattie. A certificarlo non è solo il famoso detto “Bere vino fa buon sangue”, ma anche studi sulle proprietà delle molecole che contiene questo alimento. Mentre l’abuso di bevande alcoliche, quello sì, va contrastato”.

Forti dubbi anche sull’efficacia del messaggio. Prosegue Indino: “Non è detto che queste diciture portino gli effetti sperati. Sono testimone diretto di ciò che accadde nei primi anni Novanta quando si decise di scrivere frasi dissuasive sui pacchetti di sigarette. All’epoca collaboravo con un importante marchio mondiale di tabacco e quella esperienza mi fa dire che non è questa la soluzione ideale, perché per lungo tempo le frasi e poi le immagini shock sui pacchetti non ebbero grande successo e anzi, il risultato fu un aumento dei fumatori nonostante quella macabra messa in scena. Il rischio è che gli unici a rimetterci siano proprio produttori e gli esportatori. Per questo come rappresentante di enoteche, vinerie, supermercati, pub, bar e ristoranti dico che bisogna lavorare sulla corretta informazione delle persone puntando il dito sulle problematiche sanitarie legate all’abuso di alcol, non certo sul suo corretto consumo”.

Anche grazie al nostro territorio, l’Italia è diventata il primo produttore di vino nel mondo. Decisioni come queste mi fanno pensare che questo primato dia fastidio a qualcuno e come spesso accade a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca. Come presidente di Confcommercio provinciale esprimo pieno sostegno e vicinanza a tutte le iniziative che produttori, agricoltori e commercianti di vino vorranno mettere in campo contro questa posizione che ritengo ingiusta e pericolosa, perché mina le basi del buon vivere e delle relazioni identitarie di interi popoli, oltre che l’economia dei Paesi esportatori. Bene hanno fatto i ministri Lollobrigida e Giorgetti a chiedere un incontro urgente all’Europa per discutere di questo problema che potrebbe penalizzare in maniera invasiva gli sforzi di tutto il settore enologico – conclude Indino – capace di proporre sul mercato internazionale produzioni qualitativamente invidiabili”.