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reprimere ma anche educare

Angelini: per la sicurezza a Riccione controlli, presidi ma anche educazione

In foto: Daniela Angelini
Daniela Angelini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 16 apr 2022 17:32 ~ ultimo agg. 20:14
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Daniela Angelini, candidata sindaco per Riccione della coalizione sostenuta da Pd, M5S, Coraggiosa, Riccione 2030, Uniamo Riccione e Riccione nel Cuore parla del tema sicurezza anche alla luce delle richieste sulla sicurezza fatte dai Quartieri e Comitati d’Area di Riccione.

“Non si può negare che sicurezza e degrado siano diventati un problema serio per Riccione – dice – Un problema che la nostra coalizione vuole affrontare immediatamente da subito dopo il 12 giugno. Questa estate bisogna attrezzarsi con interventi immediati: dall’aumento delle forze dell’ordine all’utilizzo degli street tutor. Ma in prospettiva dobbiamo lavorare sulla prevenzione per evitare che fatti come quelli della scorsa estate possano investire la nostra città”.

Due i piani di azione che la coalizione che sostiene Daniela Angelini vuole mettere in campo sul tema sicurezza: aumento del numero delle forze dell’ordine e prevenzione. Controlli necessari, ma accompagnati da progetti educativi.

“Partiamo dal presupposto che Riccione d’estate quadrupla il numero della popolazione. Fondamentale quindi l’aumento di risorse umane durante il periodo estivo. In sinergia con i comuni limitrofi che vivono le nostre stesse problematiche dobbiamo chiedere a gran voce un aumento delle forze dell’ordine allo Stato: i fatti di cronaca raccontano come le città della Riviera, dal punto di vista dell’ordine pubblico, debbano ormai essere considerate alla stregua di grandi città come Milano e Roma. Più forze dell’ordine quindi, e con un’organizzazione più strutturata. Ma parallelamente serve una presa di coscienza da parte della città che deve investire energie e risorse per sensibilizzare i giovani sulla cultura della legalità. Ci sono bandi e accordi di programma in Regione che sostengono i Comuni su queste politiche, ma a Riccione negli ultimi anni non sono stati richiesti e credo si possano vedere i risultati. Questa estate vanno attivate azioni di controllo con progetti di sicurezza urbana per il contrasto al degrado e alla microcriminalità. Potenziare la vigilanza in zone centrali anche con l’utilizzo dello Street Tutor”.

Altri deterrenti alla microcriminalità sono la riqualificazione dei quartieri con più illuminazione e presidio dei cittadini: “La mia idea di città parte dall’educazione ai valori, all’integrazione e al rispetto dei beni comuni. Ecco perché ritengo fondamentale la prevenzione. Sono pienamente d’accordo con i comitati d’area quando parlano di mancanza di riqualificazione dei quartieri. Come ho già avuto modo di ribadire: rendere bella e funzionale la città, riqualificare spazi, puntare sulla mobilità lenta, collegare le piste ciclabili e investire sulla videosorveglianza e sull’illuminazione sono deterrenti per la microcriminalità”.

Il tema per Daniela Angelini va affrontato non solo dal punto di vista della repressione, ma anche da quello della prevenzione educativa in particolare nei confronti della fascia di età tra gli 11 e 17 anni.

“La pandemia ha messo a dura prova gli adolescenti e ci troviamo di fronte a nuovi fenomeni di devianza. Ci siamo trovati impreparati di fronte a queste situazioni causate dal lockdown, dalla mancanza della Scuola in presenza. Ora è fondamentale affrontare il problema. È sicuramente un fenomeno complesso, ma di cui dobbiamo farci carico insieme: amministrazione, famiglie, scuola e cittadinanza. In questi giorni ho incontrato tanti giovani che hanno voglia di mettersi a disposizione della città, ci hanno presentato idee e proposte e tra tutte, su una richiesta voglio lavorare con convinzione: quella di avere spazi a disposizione per loro.

Se come è avvenuto negli ultimi sette anni a Riccione, si chiudono i centri di aggregazione giovanile nei quartieri è poi facile puntare il dito contro i giovani, ma così non risolviamo nessun problema e non riusciamo a capirli. Fortunatamente ci sono ancora le Parrocchie che fanno un grande lavoro educativo, ma questo non basta. Dobbiamo pensare insieme ai quartieri progetti per i giovani, adottando ad esempio il sistema degli “educatori di strada” come in alcuni Comuni emiliani, con l’obiettivo di parlare con i ragazzi, comprendere il fenomeno e riempire vuoti che in questa città ci sono. La Regione Emilia-Romagna stanzia ogni anno risorse necessarie per l’attivazione di questi servizi necessari sul fronte educativo: utilizziamoli, lavoriamo in sinergia a tutti i livelli. Ma facciamo anche un lavoro di presidio che oggi non c’è. È necessario un coordinamento tra quartieri, parrocchie, cittadini e anche le famiglie per preparare insieme le azioni da attuare”.