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'tocca a noi' adesso'

'L'Ucraina confina con Rimini'. L'assessore Gianfreda in partenza con la Papa Giovanni XXIII

In foto: Kristian Gianfreda
Kristian Gianfreda
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 28 feb 2022 11:47 ~ ultimo agg. 11 mar 10:31
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Kristian Gianfreda, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Rimini, partirà martedì per Leopoli, città dell’Ucraina a 70 km dal confine con la Polonia. Insieme all’associazione Papa Giovanni 23, Gianfreda si recherà prima al confine polacco dove si stanno ammassando i profughi e quindi nella città ucraina “per vedere e capire la situazione di chi non può o non vuole scappare”.

Scrive Gianfreda su Facebook: “Si stanno organizzando ora i primi corridoi umanitari. Ora è venuto il momento di riprendere coscienza e zaino per aiutare chi ha bisogno, facendo quel poco o quel tanto che ognuno di noi può fare. Questa è la prima guerra di chi è nato sotto la bandiera della pace e delle armi ha solo sentito dire o raccontare. Leopoli confina con Rimini, Italia”.

Un tema, quello della guerra vista oggi da chi non l’ha conosciuta, a cui Gianfreda dedica un’ampia riflessione: “Quella che si sta combattendo in queste ore ai confini dell’Europa, in Europa, è la prima guerra vista, raccontata e provata nel proprio quotidiano da due generazioni di italiani. Il dolore esce dai libri di storia, da un film e invade tutto il nostro spazio esistenziale anche qui in Italia. Ieri due generazioni di italiani hanno letto e sentito una parola antica e quasi sconosciuta nello stesso tempo: nucleare. Chi ne conosce il significato pensava di averla chiusa per sempre, anni fa, in un baule in fondo al mare; per tanti altri un termine vago, solo evocativo.

Eppure adesso è nelle nostre vite. A Kiev come a Rimini. Questa è la guerra delle due generazioni che hanno conosciuto solo la pace. Ma questo non vuol dire stare in casa riparati nelle proprie certezze, del ‘tanto succede molto lontano da qui’. Tocca a noi, adesso. Sabato e domenica abbiamo riempito le piazze d’Italia al grido di ‘no alla guerra’, abbiamo con le lacrime agli occhi organizzato aiuti e sostegni per le famiglie ucraine, persone che conosciamo, di cui siamo amici. Nella rappresentazione del mondo, dalla pandemia in poi, la voce della comunità nazionale e internazionale è stata forte, potente, sorprendente. Quella voce è forte perché unica ed è forte perché è la somma di milioni di quelle stesse parole. Io sono solo una di quelle voci. Ho deciso in queste ore di aggiungerci gambe e mani”.