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la replica alle accuse

I genitori del ragazzino accoltellato: "Ma quale bullismo, ha rischiato di morire per una battuta"

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 11 feb 2022 23:07 ~ ultimo agg. 27 apr 15:32
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“Ma quale bullo, nostro figlio è un ragazzo solare e socievole, forse ingenuo nel considerare tutti amici, che ha rischiato di morire per uno scambio di battute scherzose reciproche, avvenuto peraltro in un tempo precedente. Basta con questa gogna mediatica”. I genitori del 14enne accoltellato all’istituto Alberti di Rimini da un compagno di classe respingono al mittente le accuse dell’aggressore, che ha dipinto loro figlio come un bullo. “Se è ancora vivo – dicono – è perché in parte ha schivato un fendente potenzialmente letale”.

“Sono stretti attorno al figlio, ancora ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena a causa della grave lesione subita (la lama è arrivata a pochi millimetri dal fegato, ndr) – spiegano Monica e Marco Lunedei, i legali a cui la famiglia del 14enne si è rivolta per tutelare i propri interessi -. I genitori avrebbero voluto evitare ogni esposizione o intervento mediatico sulla tragica vicenda, al fine di tutelare la serenità del minore già profondamente compromessa dall’aggressione subita, ma alla luce della poco edificante deriva di disinformazione a cui si è assistito nei giorni scorsi su giornali e social media, la famiglia non può esimersi dal dovere di ristabilire la verità”.

“Ciò che ci ha lasciato più sconcertati – dicono i genitori del ragazzino accoltellato – è stato il tentativo di spostare l’attenzione da quanto realmente accaduto mediante il montaggio di un caso di bullismo supposto e non verificato, con la paradossale conseguenza di generare empatia non già nei confronti di quella che è la vittima accertata di un fatto gravissimo, bensì trasformando addirittura l’offensore in presunto oppresso. Al dolore ed allo sgomento per l’attentato, si aggiunge lo sconcerto per la gogna mediatica a cui è stato sottoposto in queste ore nostro figlio, fatto passare falsamente per ‘un bullo’. Questo ‘processo alla vittima’, a cui purtroppo in Italia siamo tristemente abituati, non può e non deve essere accettato“.

“Il bullismo è un fenomeno sociale basato su una relazione di abuso di potere ripetuto e continuato nel tempo ai danni di un soggetto più debole ed incapace di difendersi, niente a che vedere con il caso di specie – sostengono – nel quale un ragazzo, peraltro ripetente e quindi più grande di età, ha aggredito a mano armata e a sangue freddo un compagno più giovane”.

Per i genitori del 14enne anche i compagni di scuola confermerebbero che loro figlio è tutto tranne che un bullo: “Anche il personale scolastico sa che nostro figlio è un ragazzo solare, socievole, dotato di senso dell’umorismo e di autoironia, forse ingenuo nel considerare tutti amici, compresa la persona che qualche giorno fa ha rischiato di porre fine alla sua vita per uno scambio di battute scherzose reciproche, avvenuto peraltro in un tempo precedente”. Poi chiedono che d’ora in avanti cessi questo scomposto circo mediatico caratterizzato da sentenze già emesse sulla base del nulla, psicologi (o presunti tali) che si sperticano in analisi di personalità su dei giovani che non hanno mai incontrato in vita loro e politicanti che non perdono l’occasione per ritagliarsi i loro 5 minuti di notorietà. E’ nostra opinione che i processi vadano celebrati nelle aule giudiziarie e non sui giornali e sui social media”.

“L’augurio nostro e quello della giovane vittima (ricordando che in questa vicenda ci sono una vittima ed un potenziale omicida, non due vittime come si è letto da qualche parte) è che non capiti ad altri ragazzi di andare a scuola, dove dovrebbero essere tutelati e protetti, e rischiare di morire per un’aggressione violenta ed insensata, per poi vedersi accusati di fatti falsi da una macchina del fango mediatica. Non si può permettere – affermano senza mezzi termini i coniugi – che passi un messaggio di solidarietà o approvazione verso chi decide di manifestare il proprio ‘fastidio’ (con tutte le riserve sul punto) impugnando un coltello serramanico, che mai neppure avrebbe dovuto giungere in possesso di un minore, ed attentando alla vita di un compagno più piccolo“.

I genitori del 14enne accoltellato chiedono che venga accertata la realtà dei fatti e che la scuola prenda provvedimenti severi nei confronti dell’aggressore: Confidiamo nel lavoro della Magistratura e che l’istituto scolastico adotterà senza ritardo i provvedimenti doverosi e necessari a tutelare l’incolumità e la sicurezza di nostro figlio e degli altri studenti, dando un segnale chiaro ed inequivocabile che certe condotte non possono e non devono essere ammesse né tollerate. In caso contrario si tratterà solamente di aspettare che un fatto del genere ricapiti, forse la prossima volta con esiti letali”.